La Primavera diventa Under20! Un passo avanti o un rischio per i giovani talenti?

Dal 1° luglio, la Lega Serie A ha ufficialmente annunciato l'innalzamento del limite d'età del campionato Primavera da Under 19 a Under 20. La stagione 2024/2025 inizierà sabato 17 agosto, con il Sassuolo Primavera campione d'Italia in carica che dovrà difendere il titolo.

UNA SCELTA DISCUTIBILE
Invece di incrementare le seconde squadre - si legge e si discute su Tuttosport - si è scelto di allargare i confini del limbo in cui finiscono i giocatori che non riescono a fare il salto in prima squadra. Attualmente, solo il 4% dei giocatori della Primavera riesce a raggiungere la prima squadra.

UN ESEMPIO DA SEGUIRE
Lamine Yamal, stella del Barça e della Spagna, ha debuttato con i titolari a 15 anni 9 mesi e 16 giorni. Questo esempio dovrebbe far riflettere: all'estero, giovani talenti vengono valorizzati e inseriti in prima squadra molto prima rispetto all'Italia.

LE PAROLE DI ROBERTO SAMADEN
Roberto Samaden, capo del settore giovanile dell'Atalanta, ha espresso chiaramente il problema: "In Italia c'è una grande difficoltà nel trovare spazio per i giovani talenti. Anche se abbiamo vinto l’Europeo U19, pochi di quei giocatori hanno ricevuto accoglienza in prima squadra".

UN PROBLEMA CULTURALE
Il problema in Italia è culturale. Mentre all'estero giovani del 2004 hanno già collezionato 50-60 presenze con i titolari, in Italia un 2002 è ancora considerato giovane. Serve un cambiamento culturale a livello nazionale per valorizzare i talenti locali.

L'Atalanta è un'eccezione in questo panorama, ma non basta. La recente decisione di trasformare il campionato Primavera in Under 20 è vista da molti come un passo indietro. Il calcio italiano ha bisogno di una riforma strutturale e culturale per non perdere altri giovani talenti.

IN BREVE

Regolamento: Da Under 19 a Under 20
Data di inizio: 17 agosto 2024
Problema: Solo il 4% dei giocatori passa in prima squadra
Esempio estero: Lamine Yamal (Barça) debutta a 15 anni
Critica: Necessità di un cambiamento culturale secondo Roberto Samaden