Alla vigilia del debutto casalingo in Champions League contro il Bruges, la voce di un osservatore esperto come Andrea Elefante, penna autorevole de La Gazzetta dello Sport, offre spunti preziosi sul momento dell’Atalanta. Intervenuto dalla New Balance Arena ai microfoni di BergamoTV, ha parlato della voglia di rivalsa della Dea, delle difficoltà legate agli infortuni e del percorso di crescita di Marco Carnesecchi, nuovo punto fermo tra i pali. Ecco quanto evidenziato da TuttoAtalanta.com

Quanto conta lo spirito di rivalsa dopo la delusione della scorsa stagione col Bruges?
«È un tema centrale. Juric, già da luglio a Zingonia, ha percepito quanto quella doppia sfida bruci ancora all’interno dello spogliatoio. Tutti, guardando il calendario del girone, hanno cerchiato questa partita. Non solo per orgoglio, ma anche per calcolo: due gare casalinghe consecutive possono dare un peso enorme alla classifica. Vincere domani significherebbe rilanciare le ambizioni in Europa dopo la sconfitta col PSG».

Juric ha sottolineato la solidità difensiva, nonostante le numerose assenze. Che valore ha questo aspetto?
«È l’impronta del tecnico. Juric ha sempre dato compattezza alle sue squadre e lo sta facendo anche a Bergamo, pur senza uomini fondamentali come Scalvini o Kolasinac. A Torino si è visto chiaramente: l’Atalanta non è ancora al completo e deve ritrovare certi automatismi offensivi, ma la capacità di coprire tutto il campo e soffrire insieme è già evidente».

Il Bruges ha giocato sedici partite dall’inizio della stagione, contro le sole sei dell’Atalanta. È un vantaggio o uno svantaggio?
«Hayen ha parlato di stanchezza, ma potrebbe essere anche pretattica. Juric ha dato una risposta molto lucida: in questo periodo dell’anno, se non hai troppi infortuni, è quasi meglio giocare tanto. Aiuta a trovare ritmo e convinzione. Lo stesso Carnesecchi ha spiegato che le gare europee lo hanno fatto crescere molto: più giochi a certi livelli, più impari».

A proposito di Carnesecchi: cosa è cambiato nel suo percorso di crescita?
«La chiave è anche nel lavoro quotidiano. I portieri svolgono allenamenti diversi dal resto della squadra e a volte basta cambiare guida tecnica per migliorare. Con Savorani, che ha esperienza anche in Nazionale, Carnesecchi ha trovato nuovi stimoli. Lui è un ragazzo curioso, che ama mettersi in discussione, e questo gli ha permesso di crescere tantissimo. Ora è diventato un valore aggiunto, un portiere che dà punti».

Andrea Elefante fotografa un’Atalanta ancora incompleta, ma già solida e affamata di riscatto. La rivincita con il Bruges è un appuntamento che unisce motivazioni di orgoglio e di classifica. E mentre Juric costruisce compattezza, Carnesecchi si conferma l’emblema della crescita di una squadra che vuole alzare l’asticella.

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Sezione: Primo Piano / Data: Lun 29 settembre 2025 alle 21:26
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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