Kevin De Bruyne ha dimostrato ancora una volta di essere nato per le sfide che contano. Freddo, imperturbabile, capace di isolarsi da 70mila fischi a San Siro e dalla pressione del Var: il suo rigore, perfetto, ha riaperto la gara contro il Milan, interrompendo i 449 minuti di imbattibilità della porta rossonera. Un gesto da leader, che ha confermato la sua importanza in un Napoli che cerca sempre nel belga il riferimento tecnico e mentale nei momenti più complicati.

IL CAMBIO CHE NON ACCETTA – Ma la serata non è finita lì. Al 72’, con il Napoli alla ricerca del pari, Antonio Conte ha deciso di richiamarlo in panchina. Una scelta che De Bruyne non ha gradito: nessun saluto, nessuno sguardo incrociato con l’allenatore, parole sussurrate più ai compagni che al tecnico. Un gesto di disappunto che non è sfuggito né alle telecamere né ai 73mila di San Siro. Non una scenata, ma un chiaro messaggio: Kevin avrebbe voluto restare in campo, sentiva di avere ancora qualcosa da dare.

LUCIDITÀ A INTERMITTENZA – La sua partita, in realtà, è stata in chiaroscuro - scrive La Gazzetta dello Sport -. A tratti ha acceso il gioco del Napoli con giocate di classe pura, come l’imbucata illuminante per Hojlund nel primo tempo, fermata solo da una chiusura provvidenziale di Gabbia. Per il resto, sprazzi, lampi, intuizioni che non hanno trovato continuità. Di fronte aveva un rivale speciale, Luka Modric, e probabilmente la voglia di primeggiare nel confronto diretto ha alimentato il suo nervosismo al momento del cambio.

IL TOCCO DEL FUORICLASSE – Restano però intatte le sensazioni che solo i grandi sanno dare. Ogni cross, ogni lancio, ogni calcio di punizione di De Bruyne porta con sé il marchio del fuoriclasse: la differenza la si percepisce persino dal suono che fa il pallone quando parte dal suo piede. Un dettaglio che racconta meglio di mille numeri la sua grandezza.

TERZO GOL IN TRASFERTA – Con la rete di ieri, Kevin ha raggiunto il terzo gol consecutivo fuori casa in Serie A, tutti da fermo: una punizione e due rigori. Un bottino che conferma la sua efficacia lontano dal Maradona, anche se questa volta è passato in secondo piano rispetto al malumore per la sostituzione.

Ora toccherà a Conte e De Bruyne chiarirsi. L’episodio non rischia di incrinare un rapporto che resta solido, ma la scena del gelo a bordocampo ha colpito tifosi e osservatori. Napoli ha bisogno del suo leader e delle sue magie: smaltita l’amarezza, De Bruyne tornerà a guidare i compagni. Nel frattempo, resta il suo rigore da campione e il messaggio inequivocabile: Kevin vuole esserci sempre, fino all’ultimo minuto.

Sezione: Le Altre di A / Data: Lun 29 settembre 2025 alle 09:15
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
vedi letture
Print