Non sono capricci del destino, ma una vera e propria tempesta perfetta che rischia di spettinare l'acconciatura tattica dell'Atalanta proprio sul più bello. La stabilità difensiva, faticosamente trovata davanti ai guantoni di Carnesecchi, deve fare i conti con una doppia assenza pesantissima che chiude anzitempo il 2025 di due colonne portanti. Tra infermeria e impegni internazionali, Raffaele Palladino si trova con la coperta corta e una trasferta delicata come quella di Genova alle porte. L'obiettivo è non perdere quota, ma per farlo servirà incastrare i pezzi di un puzzle mai così complesso.
DUE ASSENZE E UN MURO DA RICOSTRUIRE – I numeri non mentono e raccontano di una difesa ridotta all'osso. Odilon Kossounou ha già salutato la truppa per rispondere alla chiamata della Costa d'Avorio in vista della Coppa d'Africa (esordio mercoledì contro il Mozambico), mentre Berat Djimsiti deve alzare bandiera bianca per una lesione fasciale al bicipite femorale destro. Risultato? Due terzi della difesa titolare recente sono out. Su sei elementi in organico, ne mancano due: una percentuale d'assenza che obbliga a riflessioni profonde e a scelte quasi obbligate per ricostruire la diga.
IL RITORNO DEL GIGANTE E LA GARANZIA SEO – Le buone notizie, fortunatamente, non mancano. Al centro della retroguardia tornerà a troneggiare Isak Hien: smaltita l'influenza che lo ha tenuto fuori contro il Cagliari e archiviata l'esclusione tecnica in Champions, lo svedese ha vissuto una settimana tranquilla ed è pronto a riprendersi le chiavi del reparto. Alla sua sinistra, pochi dubbi: Sead Kolasinac è la certezza, il leader emotivo e tecnico che non tradisce mai. L'alternativa è il giovane Ahanor, duttile e attento, ma pur sempre un mancino naturale che difficilmente verrebbe dirottato sulla corsia opposta, zona dove invece si apre la vera voragine.
L'INCOGNITA GIORGIO – Il vero nodo da sciogliere riguarda il braccetto di destra. La soluzione più affascinante, ma anche la più rischiosa, porta il nome di Giorgio Scalvini. Il talento azzurro è clinicamente recuperato, ma il campo non lo vede protagonista vero dal 19 ottobre, data di quel breve scampolo di gara contro la Lazio. La sua stagione, finora un calvario, ha bisogno di una svolta e Palladino è stato chiaro dopo il successo sui sardi: «Voglio recuperare Giorgio». La voglia c'è, la classe non si discute, ma due mesi di stop pesano sulle gambe e sui meccanismi. Buttarlo nella mischia dal primo minuto in una gara che richiede aggressività immediata è una scommessa che il tecnico sta valutando attentamente.
LA CARTA DUTTILITÀ – Se la prudenza dovesse prevalere sul desiderio di rilancio - approfondisce e ne parla La Gazzetta dello Sport -, il piano B ha il volto rassicurante di Marten de Roon. Il capitano è l'uomo per tutte le stagioni e non sarebbe una novità vederlo scivolare sulla linea dei difensori. Lo ha fatto in passato a sinistra, lo ha fatto sabato scorso nel finale contro il Cagliari proprio a destra. Abbassare l'olandese garantirebbe esperienza e solidità, liberando uno slot a centrocampo da riempire con la fisicità di Musah o gli inserimenti di Brescianini. Un gioco di equilibri sottile per una squadra che vuole vincere e che, spettinata o meno, deve continuare a correre.
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Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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