Il salotto della villetta di Stezzano, dove è stata allestita la camera ardente di Oliviero Garlini, racconta da solo la grandezza di un campione rimasto nel cuore degli atalantini. Gagliardetti storici, trofei conquistati, immagini indimenticabili e la maglia numero 11 dell’Atalanta posata con affetto sul feretro, testimoniano una vita intera dedicata al calcio e amata profondamente dalla sua gente.

IL RICORDO DELLA MOGLIE – «Oliviero è stato un campione vero, un uomo meraviglioso e un padre speciale», racconta con voce commossa Maura a L'Eco di Bergamo, moglie del bomber bergamasco, circondata dall'affetto di amici e tifosi. «La dimostrazione più bella del suo valore è proprio la tanta gente che oggi è qui per salutarlo. Ci lascia una persona che è riuscita a farsi amare in campo e fuori».

UNA CARRIERA DA RACCONTARE – Nella mente dei tifosi, il gol segnato al Malines in quella storica semifinale di Coppa delle Coppe resta impresso come una leggenda da tramandare. Un gol speciale, che neppure spettava a lui battere, come ricorda l'amico Giovanni: «Oliviero prese quel pallone con coraggio, guardò negli occhi Preud’homme e fece la storia». Di lui si ricordano soprattutto la semplicità e la capacità di restare sempre lo stesso, anche dopo essere diventato famoso: «Non ha mai cambiato atteggiamento, non era una persona da riflettori, era felice semplicemente stando con i suoi amici», aggiunge Giovanni, ricordando le avventure passate insieme, le finali nazionali dei tornei amatoriali, e perfino l'incontro con Ornella Vanoni.

L’AMICIZIA FUORI DAL CAMPOLuigino Pasciullo, ex compagno di squadra, non ha dubbi: «Giocammo solo qualche mese insieme, ma il legame nato in quel periodo è rimasto fortissimo. Era uno che faceva gruppo, amava passare il tempo giocando a carte e sorridendo, anche nei momenti difficili». Ed è proprio questa immagine semplice e genuina di Oliviero quella che resterà nei ricordi di chi lo ha conosciuto da vicino.

IL TRIBUTO DEI TIFOSI – Tanti tifosi si sono alternati nella camera ardente, con gli occhi lucidi mentre ricordavano le sue giocate acrobatiche e i gol decisivi. «Quella rovesciata all'oratorio la provava sempre, era la sua firma», racconta ancora Giovanni, commosso.

L’ULTIMO SALUTO – Questa mattina alle 11, nella chiesa parrocchiale di Stezzano, la comunità si riunirà per dare l'ultimo saluto a Garlini. L'addio di una comunità intera a un uomo che, oltre i gol e le imprese sportive, lascia dietro di sé un esempio di semplicità e di umanità vera, destinato a rimanere vivo nel tempo.

Stezzano perde il suo campione gentile, ma la sua leggenda vivrà per sempre nel cuore degli atalantini.

Sezione: Rassegna Stampa / Data: Sab 10 maggio 2025 alle 09:15
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com
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