Per Fabio Capello, il problema di Igor Tudor alla Juventus era scritto fin dall’inizio. Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l’ex allenatore di Milan, Roma e Real Madrid ha tracciato un’analisi lucida dell’esonero del tecnico croato: «Tudor ha pagato per tutti. Il vero errore è stato dargli una fiducia a metà. In estate la dirigenza ha sondato altri nomi e solo in un secondo momento lo ha confermato, rinnovandogli il contratto. In situazioni del genere, i giocatori percepiscono l’incertezza e questo mina la credibilità dell’allenatore. La domanda vera è: questa squadra l’ha costruita Tudor o qualcun altro?».
LA CRISI TECNICA – Capello individua nel crollo di rendimento dopo l’infortunio di Bremer la chiave del tracollo: «Finché c’è stato Bremer, la Juve è rimasta a galla. Poi è mancata solidità, anche perché Tudor avrebbe voluto altri rinforzi e un mercato più all’altezza del club. Ora paga una rosa sbilanciata e non completamente adatta al suo gioco». E sul rendimento offensivo non usa mezzi termini: «Le punte non segnano dal 16 settembre: quando tre attaccanti su tre non trovano il gol, non può essere solo sfortuna. È un problema di costruzione e di idee: nelle ultime partite la Juve ha creato troppo poco».
L’ALLENATORE E IL SUO LIMITE – Secondo Capello, la confusione tattica è stata fatale: «Cambiare spesso formazione è sintomo di insicurezza, significa che non hai ancora trovato la quadra. Il vero spirito Juve quest’anno si è visto solo al Bernabeu contro il Real Madrid, poi più nulla. A livello comunicativo Tudor mi è sempre piaciuto: quando parlava di mancanza di campioni, diceva la verità. Il problema è di tutto il calcio italiano, non solo della Juve. Oggi i fuoriclasse scelgono altri campionati».
SPALLETTI, LA SCELTA GIUSTA – L’ex tecnico bianconero promuove senza esitazioni la scelta della società di puntare su Luciano Spalletti: «Luciano è il profilo perfetto per questo momento: ha carisma, esperienza e un enorme spirito di rivalsa dopo la delusione con la Nazionale. Conosce le grandi piazze, ha vinto ovunque e sa costruire mentalità. La Juventus ha bisogno di un leader vero e lui lo è. Paradossalmente, la classifica non è disastrosa: nonostante tutto, i bianconeri sono solo a sei punti da Napoli e Roma».
PALLADINO E MOTTA, SCELTE PREMATURE – Capello frena invece sulle ipotesi alternative: «Palladino è un tecnico interessante, ha fatto bene a Monza e alla Fiorentina, ma la Juventus è un’altra cosa, un livello superiore. Non credo sia pronto per un contesto simile. Quanto a Thiago Motta, riportarlo ora a Torino non avrebbe senso: dopo la passata esperienza sarebbe difficile per tutti, sia per lui che per la società».
DA DOVE RIPARTIRE – Sul piano tecnico, l’ex allenatore ha le idee chiare: «Il primo punto da cui ripartire è Kenan Yildiz, il giocatore con più talento e personalità. Spalletti dovrà poi ritrovare il gol degli attaccanti, ma per farlo servono palloni puliti in area. Anche i migliori, come Haaland, hanno bisogno di essere serviti bene. Il centrocampo deve tornare a produrre gioco e qualità».
CHI COMANDA ALLA JUVE? In chiusura, Capello lancia una riflessione sul quadro dirigenziale: «Non mi è chiaro chi comandi davvero in società. Però una figura come Chiellini, con la sua esperienza e la sua mentalità vincente, sarebbe fondamentale dentro lo spogliatoio. Un po’ come Maldini nel Milan scudettato. Oggi Giorgio mi sembra più impegnato in questioni istituzionali, ma servirebbe vicino alla squadra».
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Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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