A quarantuno anni appena compiuti, Raffaele Palladino riporta una ventata di giovinezza sulla panchina dell’Atalanta. È infatti il secondo allenatore più giovane dell’era dei tre punti a guidare la Dea: prima di lui, soltanto Antonio Conte, che nel settembre del 2009 – a 40 anni appena compiuti – aveva raccolto l’eredità di Gregucci nel tentativo, poi fallito, di risollevare la squadra.

Per ritrovare un tecnico anagraficamente più giovane di Palladino - esamina L'Eco di Bergamo - bisogna tornare indietro di oltre trent’anni, fino a Cesare Prandelli, che nel novembre 1993 – durante la prima gestione Percassi – prese in mano l’Atalanta a 36 anni, dopo l’esonero di Francesco Guidolin, appena due anni più vecchio di lui.

UN FILO TRA GENERAZIONI - Conte, Prandelli, Guidolin: tre tecnici accomunati da un passaggio breve e complesso in nerazzurro, ma anche da una carriera che, altrove, li avrebbe consacrati ai vertici del calcio italiano. Oggi Palladino si inserisce in quella stessa traiettoria, con un bagaglio moderno e una mentalità internazionale, frutto delle esperienze vissute tra Monza e Fiorentina.

Nel panorama degli ultimi trent’anni, solo in pochi hanno varcato i cancelli di Zingonia con un’età simile: Andrea Mandorlini, 43 anni nel 2003, e Stefano Colantuono, 43 anche lui al momento dell’arrivo nel 2005. Ma da allora l’Atalanta ha scelto sempre profili più esperti, consolidati, affidabili.

UN CAMBIO DI CICLO - L’arrivo di Palladino, dopo i nove anni di Gian Piero Gasperini e la parentesi di Ivan Juric, segna anche un cambio di paradigma: dalla continuità di una figura esperta all’energia di un allenatore giovane, ma già capace di gestire piazze esigenti.
Curioso il dato anagrafico: mentre Gasp e Reja sono stati i tecnici più anziani a concludere la loro esperienza sulla panchina della Dea, Palladino è oggi l’esatto opposto, simbolo di una nuova generazione che l’Atalanta vuole valorizzare.

L’EREDITÀ E LA SFIDA - A Bergamo, la gioventù è sempre stata un valore, ma raramente un punto di partenza per un allenatore. Palladino arriva in una società che fa dell’organizzazione e della pazienza i propri tratti distintivi, ma dovrà anche imprimere subito la sua impronta, riportando fiducia, entusiasmo e gioco. L’età, in fondo, è un dettaglio solo per chi non sa leggere i tempi. A 41 anni, Palladino è già abbastanza esperto per comprendere il peso dell’eredità lasciata da Gasperini e abbastanza giovane per guardare avanti con coraggio.

La storia insegna che, a Bergamo, i più giovani hanno spesso fallito ma altrove hanno brillato.
Il compito di Raffaele, adesso, è riscrivere quel destino. Con idee nuove, un calcio moderno e, soprattutto, la forza di chi non teme l’altezza del salto.

Sezione: Zingonia / Data: Mar 11 novembre 2025 alle 10:00
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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