Si racconta che negli ultimi giorni di gennaio Andrea Belotti abbia chiamato davvero chiunque al Viola Park per fare sapere della sua voglia di Fiorentina. Anche dopo il mancato scambio con Ikoné, l'ex capitano del Torino non ha mollato la presa e ha anzi aumentato il pressing per far sapere ai dirigenti viola - ma anche all'allenatore e ai suoi assistenti - che forte era la voglia di ripartire dalla maglia della Fiorentina. Evidentemente Nzola non è Lukaku e il Gallo che da Luciano Spalletti fin qui non è mai stato convocato, sa che cinque mesi fatti bene agli ordini di Vincenzo Italiano possono consegnargli quell'Europeo che vedrà l'Italia difendere il titolo senza un attacco all'altezza degli altri reparti.
La prospettiva per il nostro commissario tecnico non è granché migliorata negli ultimi mesi. Anzi. Giacomo Raspadori, il titolare, non segna in campionato da oltre tre mesi e non è riuscito a imporsi nemmeno con Osimhen in Costa d'Avorio per la Coppa d'Africa. Gianluca Scamacca, l'alternativa, nonostante un'Atalanta brillante ha realizzato un gol in campionato negli ultimi tre mesi. Molto peggio va a Moise Kean, l'attaccante versatile con scocca e motore: stabilmente fuori da metà dicembre causa infortunio, è ancora a secco in Serie A e chissà quando sarà di nuovo a disposizione.
Poco, troppo poco. Ed ecco perché Spalletti già nelle gare di marzo potrebbe riportare al centro del progetto quei giocatori che hanno caratterizzato la gestione Mancini. Quindi Immobile, autore di due gol nelle ultime due gare di campionato. Magari Retegui, l'oriundo tornato a giocare con regolarità dopo l'infortunio al ginocchio che l'ha frenato sul finire dell'ultimo anno solare. E poi perché no proprio il Gallo Belotti, che non veste la maglia della Nazionale da più di un anno e mezzo ma che ora, a sorpresa, torna prepotentemente sulla scena azzurra. Domenica la prima da titolare con la maglia della Fiorentina e il primo gol. Da vero 9. "Sicuramente l'Europeo è un mio obiettivo Spero che Spalletti venga qui a Firenze a vedermi, ma so che le partite le guarda tutte. E' un maestro di calcio", ha detto subito dopo la partita. Il Frosinone, la difesa più battuta della Serie A, non era il test più attendibile per dare giudizi definitivi. Però l'impressione è subito stata quella di un bomber nella sua dimensione ideale: Italiano necessitava di un centravanti che potesse subito spodestare un deludente Nzola, Belotti di una piazza che potesse risaltare le qualità di un centravanti che a 30 anni appena compiuti non ha alcuna intenzione di alzare bandiera bianca.
Detto della volontà del Gallo, resta davvero poco comprensibile la scelta della Roma di regalare a una diretta concorrente il centravanti giusto per la rincorsa all'Europa. Questo perché alle spalle dell'Atalanta, largamente favorita, c'è una nutrita schiera di squadre che possono dire la loro da qui a maggio. A fare la differenza saranno soprattutto i dettagli e il trasferimento di Belotti a una diretta concorrente che aveva un disperato bisogno di un giocatore alla Belotti è più di un dettaglio. Soprattutto perché s'è consumato in prestito per 500mila euro. Come altri affari decisamente meno importanti, esattamente come Josip Brekalo all'Hajduk Spalato.
Autore: Red. TuttoAtalanta.com
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