Dalla Juventus all'Atalanta, passando per Sampdoria e Chievo Verona, Marcelo Estigarribia è tornato in Paraguay dopo una lunga esperienza in Italia, paese in cui conta di tornarci. Magari dopo aver stupito in Copa Lbertadores e in Copa America col Paraguay. Il Chelo ha il nostro paese nel cuore e lo dimostra a più riprese nel corso della lunga intervista esclusiva rilasciata ai nostri microfoni.
Partiamo dal campionato paraguaiano: come l'hai ritrovato?
"Il campionato è cambiato tanto, è molto equilibrato. Il mio Cerro Porteno in questo momento è sesto in classifica, ma a sei soli punti dalla vetta. Ci sono tante squadre in pochi punti e tanti giocatori importanti".
Il Cerro ha fatto qualche passo falso in campionato, ma in Copa Libertadores sta facendo molto bene.
"Il nostro è chiamato il girone della morte, eppure siamo primi. Nel nostro gruppo c'è una squadra molto forte come il San Paolo, poi i colombiani del Santa Fe e il Cobresal che ha vinto l'ultimo Clausura cileno. Credo sia il girone più difficile, ma ce la stiamo giocando. Possiamo andare lontano".
Dal Sud America alla Serie A. Innanzitutto un'ultima ora: l'Udinese ha deciso di esonerare il tuo ex allenatore Stefano Colantuono.
"Mi dispiace. Lo conosco bene, è un grande allenatore e un grande uomo. Spero possa tornare presto in sella, ma conoscendolo non credo avrà difficoltà nel trovare una nuova squadra".
Nemmeno l'Atalanta se la passa bene in questo periodo.
"E' vero, li seguo sempre. Anche ieri ho visto la partita della Dea, è stata una gara strana quella contro la Lazio. E' un momento delicato, ma i miei ex compagni devono restare uniti. Basta una vittoria per venire fuori da questo momento difficile".
Quali sono i motivi di questo momento difficile?
"Quando non arrivano i risultati tutto diventa più complesso. Ma io sono sicuro che si salveranno: mi sento ancora uno di loro, ce la faranno".
Facciamo un passo indietro. Arrivasti in Italia grazie alla Juventus.
"E' stato un periodo esaltante! Arrivai è subito vincemmo uno Scudetto, un trionfo importante dopo tanti anni. Quello era davvero un gruppo molto forte, tutti pensavano al gruppo e nessuno a sé stesso. Il merito fu tutto di Conte, il grande regista di quella Juventus".
E' stato l'allenatore più bravo che hai avuto?
"Senza dubbio, mi insegnò tanto. Con lui non si mollava mai, sia in allenamento che in partita. Non staccava mai".
Il Chelsea ha deciso di puntare su di lui per le prossime tre stagioni. Cosa ne pensi?
"E' la scelta giusta. E' uno dei migliori allenatori al mondo e l'Italia è in buone mani in vista del prossimo Europeo. Se arriverà in buona forma la vostra Nazionale potrà giocarsela".
Sei stato in Italia cinque anni. Cosa ti ha insegnato la Serie A?
"Tantissimo, soprattutto dal punto di vista tattico e atletico. Ho appreso che se non lavori tanto non puoi esprimerti ad alti livelli con continuità".
Al Chievo, probabilmente, l'unica parentesi negativa.
"E' stato un semestre strano, arrivai in corsa in una stagione particolare chiamato da Sannino e dopo un po' s'insedio Corini. Per fortuna a gennaio arrivò la chiamata dell'Atalanta, mi curarono prima di mandarmi in campo. Mi accolsero come una famiglia e lì sono stato davvero bene".
Potresti tornare in Italia?
"Lo spero! Adesso sono concentrato sulla Copa Libertadoes, poi ci sarà la Copa America. Spero, però, di tornare in Italia dalla prossima stagione. E' un mio obiettivo".
Chiudiamo col Paraguay. Che Copa America vi attende?
"La nostra è una Nazionale alle prese con un ricambio generazione. Sta crescendo un buon gruppo di giovani".
Sergio Diaz, obiettivo della Roma, è davvero così forte?
"E' un giocatore che sta crescendo tanto, aiutato anche da un gruppo importante come quello del Cerro. Può agire sia da esterno che da trequartista, ha tutto per fare benissimo anche in un campionato competitivo come la Serie A".
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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