Ceferin e Terrier uniti: "Il futuro del calcio europeo passa dalla tutela dei giocatori"

A margine della riunione del Comitato Esecutivo Uefa a Tirana, Aleksander Ceferin e David Terrier hanno ribadito la necessità di un fronte comune per affrontare le sfide più urgenti del calcio europeo. Il Presidente Uefa e quello di Fifpro Europe hanno messo al centro del confronto due punti chiave: la tutela della salute dei calciatori e la salvaguardia del calcio per nazionali come pilastro identitario, unitario e finanziario del movimento.

NAZIONALI COME MOTORE – Per Ceferin e Terrier, le competizioni tra rappresentative non sono solo sogno e orgoglio per i giocatori, ma anche il cuore pulsante della piramide calcistica europea. Oltre al valore simbolico, infatti, le nazionali garantiscono risorse economiche fondamentali per sostenere lo sviluppo delle federazioni e le attività di base.

EQUILIBRIO TRA CLUB E NAZIONALI – I due presidenti hanno sottolineato che club e selezioni non devono entrare in conflitto, ma convivere in un rapporto solido e complementare. L’attuale congestione del calendario, però, rischia di compromettere questo equilibrio, esponendo i calciatori a carichi insostenibili. Da qui l’urgenza di un’azione collettiva.

IL PUNTO SUL CALENDARIO – «Il calendario ha raggiunto un punto di svolta», ha osservato Terrier, richiamando tutti i soggetti coinvolti – Uefa, leghe, club, federazioni e sindacati – a una responsabilità condivisa per ridisegnare regole e protocolli che mettano al centro il benessere degli atleti.

LA VISIONE DI CEFERIN – Sulla stessa linea il numero uno della Uefa: «Il calcio a livello nazionale resta un pilastro dell’identità europea. Con le crescenti richieste sui giocatori, è fondamentale lavorare insieme per trovare soluzioni equilibrate e sostenibili».

UN MEMORANDUM COME BASE – Questo spirito di cooperazione si inserisce nel solco del Memorandum d’intesa firmato nel 2024 tra Uefa e Fifpro Europe, che ha rafforzato il ruolo dei calciatori nella governance e aperto a una collaborazione strutturata anche tramite il Comitato per il dialogo sociale dell’Unione Europea.