Sono passate poco più di due settimane dall’ultima partita giocata e sembra un’eternità. Sono passate appena due settimane e la situazione drammatica in cui sta vivendo l’Italia e ancora l’Italia non trova pace. Eccolo il nocciolo del problema, che in questo momento sta cercando di risolvere il mondo del calcio.
Mentre il paese si interroga su quando si potrà tornare alla normalità in mezzo a mille paure, angosce, in mezzo ai numeri snocciolati ogni giorno dalla protezione civile, in mezzo alle immagini drammatiche che vediamo in tv, in mezzo al grande coraggio che dimostrano soprattutto medici e infermieri, il calcio si interroga su come poter ripartire, risollevarsi, tornare a riempire le giornate degli sportivi.
Come tutti gli altri settori dell’economia anche il calcio subirà dei danni, inevitabile. Ora bisogna capire come dividere le perdite che subiranno necessariamente le società. E di conseguenza decidere il percorso da adottare per far cominciare a rotolare il pallone.
I milioni di euro in ballo diventano anche miliardi se si sommano tutte le esigenze delle società di ogni categoria e di ogni nazione. Il presidente Gravina richiama alla responsabilità. Tutti, per il momento a parole perché non si può fare altrimenti, sono disponibili a venirsi incontro. Tutte le componenti del calcio.
Ma è evidente che quando il virus mollerà la presa non lo sa nessuno. E quindi si fanno scenari diversi, anche fantasiosi. Dal più pensante, ovvero che non si giocherà più, (e poi pensare fino come giudicare i risultati di questi due terzi di campionato) fino a quello di chiudere la stagione ben oltre il tempo limite. Magari spalmandola anche sul prossimo anno, oppure chiedendo alla Fifa, insieme alle altre Leghe (non solo le europee) di spostare il termine della stagione del 30 giugno. Magari dando priorità ai campionati nazionali e poi alle coppe. C’è chi vuole tornare ad allenarsi, c’è chi invece pensa sia meglio prima avere la garanzia che si giochi quando tutti sono al sicuro.
Volendo essere meno prosaici e più diretti bisogna prima capire i costi. I costi di continuare e i costi di completare la stagione. Trovare la linea comune tutti.
Qualsiasi ipotesi in questo momento è fuoriluogo. Sono solo ipotesi che non possono essere prese in considerazione perché non si sa quando si rinizia.
Ma le ipotesi non possono non essere fatte. Bisogna farsi trovare pronti, bisogna avere dei piani. Ma soprattutto bisogna avere delle soluzioni. Non per chiedere soldi o aiuti, ma la possibilità di essere virtuosi. Poter reinvestire per creare un volano positivo. Le idee ci sono. Verranno discusse i prossimi giorni, anzi le prossime ore con Coni e Governo. È il momento di mantenere i nervi saldi e capire come uscirne...

Sezione: Calciomercato / Data: Gio 26 marzo 2020 alle 10:45 / Fonte: di Luca Marchetti
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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