Guido Marilungo, ex attaccante dell’Atalanta oggi scout per la BSP Football Agency, si è raccontato in esclusiva ai microfoni di TuttoAtalanta.com. Dalla delusione del primo provino al riscatto in nerazzurro, fino all’esperienza da professionista e alla nuova vita nel mondo dello scouting: un percorso fatto di determinazione e amore per il calcio.

Sei arrivato all’Atalanta nel gennaio 2011, ma già da piccolo avevi fatto un provino con la società nerazzurra.
«Eravamo io e Jack Bonaventura. Avevamo 13 anni e giocavamo nel Montegranaro Calcio. Ci notarono e ci invitarono a Bergamo per un torneo di prova di dieci giorni, ma poi non ci presero. Un mese dopo mi chiamò la Sampdoria e a 14 anni andai a Genova. Jack restò nelle Marche un altro anno, poi approdò all’Atalanta».

Perché ti avevano scartato?
«Probabilmente per la fisicità: ero piccolino. Ma è normale. Devi scegliere tra cento ragazzi bravi e prenderne tre o quattro: non è facile. In dieci giorni non è semplice valutare il potenziale e la capacità di apprendimento di un giovane. Evidentemente, all’epoca, preferirono altri».

Per passare dalla Sampdoria all’Atalanta hai accettato di scendere di categoria.
«Sì, la Samp era in Serie A e l’Atalanta in B. A fine campionato, però, la Samp retrocesse e l’Atalanta salì in A. Per me arrivare all’Atalanta è stata una rivincita personale: scartato da ragazzino, preso da grande. E di Bergamo non posso dire che bene: città splendida, tifosi calorosi, ambiente sano».

Marilungo sorride ricordando quella stagione: «Fu l’anno della promozione in Serie A. Un cerchio che si chiudeva e un sogno che finalmente diventava realtà».

LEGGI QUI - L’intervista integrale di Guido Marilungo ai microfoni esclusivi di TuttoAtalanta.com

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© foto di Daniele Buffa/Image Sport
Sezione: Interviste / Data: Ven 17 ottobre 2025 alle 18:00 / Fonte: Claudia Esposito
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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