Dal canale Youtube di Radio Dea, nel commento a caldo affidato a Fabio Gennari, Pietro Serina racconta la serata della New Balance Arena con lucidità e passione. Il pareggio contro il Milan non cancella la sensazione di una squadra ritrovata: l’Atalanta, reduce dalla deludente prova di Cremona, ha reagito da grande, imponendo ritmo, possesso e occasioni da gol a un avversario di livello europeo. Serina sottolinea la crescita emotiva e tecnica del gruppo, esalta Pasalic, simbolo della riscossa, e indica la via: continuità e concretezza, a partire dalla prossima sfida di Udine. Ecco quanto evidenziato da TuttoAtalanta.com
Pietro, partiamo dal dato più evidente: una risposta netta dopo Cremona. Che sensazioni hai avuto da questa Atalanta?
«Aspettavamo una reazione, e la squadra ha risposto alla grande. L’Atalanta è stata superiore al Milan sotto ogni aspetto: più occasioni, più possesso palla, più angoli, più tiri. È stata una prestazione convincente, intensa, di carattere. Peccato per le occasioni sprecate – ne abbiamo avute almeno due o tre nitide, con Ederson, Ahanor, Zappacosta – ma la partita è stata dominata dall’inizio alla fine. Il Milan ha segnato su un solo tiro in porta e poi si è difeso. Questo è un segnale importante di forza e di crescita».
Sul piano emotivo e tecnico, chi ha incarnato meglio la reazione della squadra?
«Il miglior giocatore sul piano emotivo è stato sicuramente Lookman, perché tornare al gol dopo mesi e giocare con quella grinta era fondamentale. Ma il migliore in campo, per rendimento tecnico, è stato Mario Pasalic. Dopo una gara negativa a Cremona, oggi ha dato una prestazione esaltante. Juric ha fatto una scelta coraggiosa schierandolo da trequartista, a uomo su Modric, e ha avuto ragione: Modric non ha mai giocato in libertà, si è innervosito, ha rimediato un giallo e Pasalic lo ha costretto a uscire dal match. Ha servito l’assist per Lookman, ha fornito altri due-tre palloni d’oro, ha interpretato la partita con grande intelligenza. Simbolo del riscatto e della personalità di questa Atalanta».
La scelta iniziale di Juric – nessuna punta di ruolo – ti ha convinto?
«Assolutamente sì. Scelta legittima e logica. La squadra è stata corta, compatta, e ha mantenuto equilibrio anche senza centravanti puro. Poi si poteva pensare a qualche cambio anticipato – magari Samardžić qualche minuto in più – ma l’impostazione tattica è stata giusta. L’Atalanta ha giocato con ritmo, pazienza».
C’è un aspetto negativo nella serata? Qualcuno ti ha convinto meno?
«Se devo trovare una nota stonata, direi Ahanor. È giovane, ha 17 anni, ma va giudicato per quello che si vede in campo. Ha sbagliato due gol importanti, uno clamoroso, e nel finale ha commesso un errore tecnico pericoloso su una respinta centrale: certe palle si buttano sempre verso l’esterno. Inoltre ha subito un tunnel da Saelemaekers da cui è nato l’angolo del loro gol. Nulla di grave, ma deve imparare a gestire meglio certe situazioni. È parte del percorso di crescita, e sono sicuro che diventerà ancora più solido. Per il resto, tutti promossi».
Che tipo di continuità serve ora per non disperdere quanto di buono si è visto stasera?
«Semplice: bisogna replicare questa intensità e questo atteggiamento a Udine. A Cremona abbiamo sbagliato approccio, e non possiamo più permettercelo. Questa Atalanta ha dimostrato che, quando gioca con il suo ritmo, è una delle squadre migliori d’Italia. Serve concretezza, serve mettere a frutto tutto ciò che di buono si è visto oggi. La prestazione è da grande squadra, ma adesso bisogna trasformare i pareggi in vittorie».
La sintesi di Pietro Serina è chiara e condivisibile: l’Atalanta vista contro il Milan è quella vera, intensa e compatta, capace di imporre il proprio calcio anche contro un top club. Ma ora è il momento di raccogliere quanto seminato: «A Udine non si può più sbagliare».
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Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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