Le prime due settimane di marzo avevano portato in festa Milano, con due qualificazioni ai quarti di Champions centrate dopo 11 e 12 anni, rispettivamente per Milan e Inter. Sembrava il preludio di una primavera scintillante, in vista di un finale di stagione delicato ma potenzialmente glorioso. Nel weekend sono cadute entrambe in maniera rovinosa. Chi del tutto sorprendentemente, come il Milan, chi dopo una prestazione in netto contrasto con le ambizioni dichiarate prima e nel corso della stagione, come l’Inter. È una Milano costretta quindi a leccarsi le ferite, di nuovo, proprio quando le cose sembravano tornate alla normalità dopo un inizio 2023 complicato, in particolar modo per la formazione di Pioli.

Contro l’Udinese i rossoneri sono stati poco più che una copia sbiadita di quanto già visto mesi fa, con qualche segnale preoccupante in più. Dalle prove clamorosamente (e sorprendentemente) disastrose a livello difensivo di Thiaw e Tomori a un sistema che non ha dato garanzie. Dal mal di trasferta ormai tradizionale di questo Milan alla scomparsa di Rafa Leao, che non trova più il gol e sé stesso, complice chissà anche un sistema che non lo aiuta, accentrato e schiacciato sulla trequarti. Le oscillazioni continue dell’Inter suonano come un enorme campanello d’allarme per Simone Inzaghi e per la dirigenza - la quale già sta meditando la rivoluzione -, che fatica a spiegarsi quest’alternanza continua di prove positive e cadute fragorose, come quella di San Siro contro la Juve, non tanto per il risultato, quanto per la prestazione. Un epilogo che alla fine è sembrato quasi scontato, episodi a parte. E su questo durante la sosta ci sarà da riflettere.   

Sezione: Le Altre di A / Data: Mer 22 marzo 2023 alle 21:01 / Fonte: sportitalia.com
Autore: Red. TuttoAtalanta.com
vedi letture
Print