Il rapporto tra tifo organizzato e calciatori torna sotto la lente della magistratura. Dopo i casi legati a Milan e Inter, è ora la Lazio a finire nel mirino della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, che sta cercando di fare chiarezza su presunte pressioni esercitate da alcuni esponenti della curva biancoceleste su giocatori della prima squadra. L’indagine è coordinata dai pubblici ministeri Francesco Cascini e Francesco Gualtieri, e nasce dal monitoraggio di episodi avvenuti dopo alcune gare dello scorso campionato.
LE NUOVE AUDIZIONI – Negli ultimi giorni - scrive stamane La Gazzetta dello Sport -, i magistrati hanno ascoltato come persone informate sui fatti i centrocampisti Nicolò Rovella e Danilo Cataldi, entrambi presenti a Formello nei giorni scorsi per chiarire la loro posizione. Nessuno dei due risulta indagato. Le loro deposizioni si aggiungono a quelle di altri cinque giocatori già sentiti lo scorso settembre: Ivan Provedel, Luca Pellegrini, Ciro Immobile, Adam Marusic e Alessio Romagnoli.
Le audizioni – alcune durate oltre un’ora – si sono concentrate sulle dinamiche tra spogliatoio e tifoseria organizzata, con la visione di fotografie che ritrarrebbero figure considerate di vertice nel tifo biancoceleste. Gli inquirenti intendono accertare se, in occasione di alcuni episodi specifici, vi siano state forme di pressione o condizionamento sui calciatori, oppure se si sia trattato solo di confronti accesi ma spontanei, come dichiarato dagli stessi protagonisti.
L’EPISODIO DI MONZA – Al centro dell’inchiesta c’è la partita Monza-Lazio 2-2 del 4 maggio 2024, quando i biancocelesti furono raggiunti al 92’ da un gol di Djuric. Nel post-partita, diversi giocatori – tra cui Immobile, Luis Alberto, Guendouzi e Romagnoli – si avvicinarono al settore ospiti per un confronto diretto con i tifosi. In quel momento, circa duemila laziali erano presenti all’U-Power Stadium, ma il faccia a faccia coinvolse solo una parte del pubblico, in particolare i capi del tifo. Le immagini mostrarono chiaramente alcuni di loro richiamare la squadra sotto la curva. Dopo qualche minuto di tensione, la situazione tornò alla calma, con scambi di applausi e parole di incoraggiamento.
Nel dopogara, i giocatori parlarono di un confronto «normale» e «motivante», assicurando che «con la curva c’è sempre stato un rapporto di rispetto reciproco».
SCENA RIPETUTA A BOLOGNA – Un episodio simile si è ripetuto anche nel marzo 2025, dopo il pesante 5-0 subito dalla Lazio a Bologna. In quella circostanza, i giocatori si recarono sotto il settore ospiti per scusarsi con i tifosi, accompagnati dal tecnico Marco Baroni, che prese la parola per primo:«La responsabilità è mia, la squadra non c’entra. Vi chiedo scusa», avrebbe detto l’allenatore, cercando di stemperare i toni. Anche in questo caso non si verificarono tensioni, ma il gesto ha contribuito a destare l’interesse degli inquirenti, che vogliono comprendere meglio la natura di questi “dialoghi” tra curva e squadra.
NESSUN INDAGATO, MA INDAGINI ANCORA IN CORSO – Per ora non ci sono iscritti nel registro degli indagati. Le audizioni dei sette giocatori rappresentano una fase istruttoria dell’indagine, finalizzata a ricostruire il contesto e verificare se dietro a certi episodi possano celarsi condizionamenti ambientali o eventuali interferenze con l’attività sportiva. Le verifiche della DDA proseguiranno nelle prossime settimane, e non si esclude che altri tesserati della Lazio possano essere convocati per chiarimenti. L’obiettivo dei magistrati è accertare se le interazioni tra squadra e tifoseria restino nell’alveo del tifo passionale o se in qualche caso siano sfociate in pressioni indebite, capaci di influire sulle dinamiche interne al gruppo biancoceleste.
UNA VICENDA DA MONITORARE – Per la Lazio, si tratta di una vicenda delicata che va oltre il campo, toccando corde sensibili del rapporto tra società, squadra e tifoseria. In attesa di nuovi sviluppi, resta una certezza: le autorità vogliono fare piena luce su un equilibrio che nel calcio italiano – tra curve, spogliatoi e responsabilità sportive – rimane ancora oggi fragile e complesso.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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