A volte il destino sembra volerti mettere alla prova, per capire fin dove puoi resistere. Nicolò Cambiaghi lo ha imparato sulla propria pelle, quando un infortunio al ginocchio lo ha fermato proprio sul più bello. Doveva essere la sua stagione della consacrazione, quella del grande salto con la maglia del Bologna, e invece è stata un anno di dolore, fisioterapia e domande. «Sognavo la Nazionale fin da bambino – ha raccontato – e l’infortunio è stata una grande botta». Oggi, un anno dopo, la frase di Seneca “Un giorno questo dolore ti sarà utile” sembra scritta per lui.
IL TOCCO DI SARTORI – La sua rinascita porta la firma di Giovanni Sartori e Marco Di Vaio, che lo hanno voluto fortemente a Bologna, convinti che in Cambiaghi ci fosse un potenziale ancora inespresso. E avevano ragione. Dopo l’operazione e i mesi di stop, l’esterno cresciuto nell’Atalanta è tornato a essere quello che era prima – anzi, qualcosa di più: più maturo, più solido, più determinato.
Le ultime settimane sono state un manifesto della sua trasformazione: un gol, un assist e un rigore procurato contro il Pisa, la chiamata di Gattuso in Nazionale, l’esordio azzurro e il ritorno a Casteldebole con un bagaglio pieno di fiducia.
ITALIANO LO ASPETTAVA – Il tecnico Vincenzo Italiano lo ha aspettato - racconta La Gazzetta dello Sport -, lo ha spronato e oggi ne raccoglie i frutti. Nel suo 4-2-3-1, Cambiaghi è diventato un tassello imprescindibile. La sua capacità di adattarsi, di lavorare su entrambe le fasce e di garantire equilibrio in entrambe le fasi ne fanno un giocatore chiave per il Bologna. Con Orsolini dall’altra parte, forma una coppia d’ali complementare e duttile. Se Riccardo vive di guizzi e colpi, Nicolò costruisce continuità e ritmo, alternando accelerazioni, coperture e inserimenti centrali che spaccano le difese. Sabato, contro il Cagliari, ci sarà bisogno di tutto questo: corsa, concretezza e fantasia. Italiano, che non fa sconti a nessuno, gli chiederà ancora una volta di alzare l’asticella.
IL GIOCATORE CHE NON MOLLA – Il nuovo Cambiaghi ha imparato a gestire le pressioni e ad accettare la fatica. Chi lo conosce bene lo descrive come un professionista ossessivo nella ricerca del miglioramento, uno che in allenamento non si risparmia mai.
È per questo che, quando Gattuso lo ha chiamato per vestire l’azzurro, nessuno a Bologna si è stupito. La convocazione è stata la naturale conseguenza di un percorso di crescita costante. Oggi, a 24 anni, Nicolò non è più solo una promessa, ma una certezza del calcio italiano: un esterno moderno, capace di leggere le situazioni e di cambiare volto a una partita con una giocata o una corsa in più.
CONTINUITÀ, LA NUOVA SFIDA – Se c’è un aspetto su cui Cambiaghi sa di dover ancora lavorare, è la continuità di rendimento. Non bastano più le fiammate, le partite da protagonista assoluto: ora serve restare su quei livelli per settimane.
Italiano lo sa e gli sta dando minuti, fiducia e responsabilità: fin qui presente in tutte le giornate di campionato, quattro volte titolare, sempre dentro al progetto tecnico. Nel Bologna che cerca equilibrio tra gioventù e ambizione, lui rappresenta l’incastro perfetto.
UN SIMBOLO PER IL NUOVO BOLOGNA – In un gruppo dove il talento di Dominguez ancora fatica a esplodere e la leadership di Orsolini resta il punto fermo, Cambiaghi è l’uomo che tiene unito il mosaico. Il suo calcio è energia pura: dribbling, velocità, ma anche disciplina tattica e capacità di leggere il momento. È il tipo di giocatore che Italiano ama: generoso, intenso, sempre sul pezzo. Non a caso, oggi è considerato uno dei simboli del Bologna che non molla mai.
OLTRE IL DOLORE, VERSO IL FUTURO – Da promessa spezzata a punto di riferimento, da infortunato a giocatore da Nazionale: la parabola di Nicolò Cambiaghi racconta di un ragazzo che ha saputo trasformare la sofferenza in forza. A Cagliari, sabato, potrà scrivere un altro pezzo di questa storia. Con la leggerezza di chi ha sofferto, ma non ha mai smesso di correre.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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