L'Italia cercava da tempo il suo numero 9 e, forse, l'ha finalmente trovato. Raspadori a Napoli non è un 9. C'è Osimhen che gli preclude la sua posizione ideale. Naturalmente a Sassuolo, Napoli e in Nazionale ha dimostrato che può ricoprire tutti i ruoli negli ultimi 16 metri. Grazie ad una intelligenza tattica innata. Può fare il sotto punta come può fare la seconda punta ma se dobbiamo dare un numero alla maglia di Raspadori, non pensateci due volte, il suo numero è il 9. I gol che ha realizzato a Glasgow e Milano, con l'Italia, sono la dimostrazione di una punta centrale. Un attaccante che attacca la profondità, vede la porta, un vero bomber di razza. Se lo gode il Napoli. Ha margini di crescita importanti ma soprattutto l'opportunità di sostituire Osimhen quando non sarà al 100% della condizione fisica. Raspadori è presente e futuro della nazionale italiana. Con Immobile in mezzo alla diatriba Lotito-Gravina, un Raspa cosi serve più che mai.

Intanto la Juventus ha fatto la storia del calcio italiano. Chiusura di bilancio con passivo di 254 milioni di euro. Passa tutto in secondo piano per due motivi: siamo nel fantastico mondo del calcio e tutto è consentito. L'altro è che Exor ricapitalizza ogni volta ma questo non può andare bene in eterno. Il calcio italiano è al collasso. Parliamo di Juve perché è la Juve e i numeri fanno rumore ma tutto il sistema perde. Non sta in piedi il modello italiano. Non è industria e non ha senso fare calcio a queste condizioni. In A ma soprattutto in B e in C. Se perdono soldi 10-12 club su 100, possiamo dare dei deficienti a quei Presidenti che bruciano soldi. Se, però, su 100 società 98 sono in passivo ogni maledetto anno significa che bisogna intervenire. Non si può costruire un futuro sul debito che si accumula. Tutto il sistema è in perenne fallimento. La Juventus è solo la punta dell'iceberg, quando il ghiaccio si scontra con la nave. Il ghiaccio è il sistema che non funziona (per tutti) la nave è l'incompetenza di una dirigenza, come quella della Juventus, che seppur continua a perdere soldi non trova la soluzione tecnica per migliorare le sorti del club. Gli errori sono sotto gli occhi di tutti. Allenatori, dirigenti e calciatori. La Juventus è un macello senza precedenti. Se non intervieni in maniera drastica e non trovi la soluzione continui a girare a vuoto. Perdi gli anni, perdi i soldi, chiudi bilanci pessimi e non ritrovi la via del successo. In Italia, la Juventus, non può fare queste figure. Manca organizzazione e soprattutto non esistono più le competenze di una volta. I tifosi della Juve che difendono la società perché si sentono attaccati direttamente sono complici di una dirigenza che sta trattando la squadra più importante d'Italia come un classico club di metà classifica.

A Roma, Josè Mourinho dovrebbe iniziare a dare qualche spiegazione. Non a noi ma alla sua proprietà. Lo scorso anno è riuscito a nascondere una stagione pessima grazie alla vittoria della Conference League. Nessuno dimentichi, però, che campionato ha fatto la Roma. Quest'anno lo hanno accontentato in tutto. Sono arrivati calciatori forti e di caratura internazionale. Altri non glieli hanno venduti. La società ha fatto un grande sforzo per accontentarlo e la piazza con il suo calore ha fatto il resto. Dispiace per la Roma ma la partenza di questo campionato ricorda tantissimo quello scorso. Mourinho non ha più scuse. Questa squadra deve puntare anche al titolo, ringraziando l'Inter e la Juventus che sono in evidente crisi, con il Milan che non è in difficoltà ma sicuramente farà fatica a ripetersi ai livelli della scorsa stagione. Mourinho non ci sta facendo vedere nulla della Roma che ci aspettavamo. Squadra con poche idee e confuse. Restare fuori dalle prime 4 non è anche ipotizzabile. Una cosa è certa: è amato dai tifosi e simpatico alla stampa ma la linea di credito, anche per Josè, non è infinita.

Sezione: Serie A / Data: Lun 26 settembre 2022 alle 00:00 / Fonte: tmw
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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