Se l'anno prima prendi Mourinho in panchina e l'anno dopo sei la regina del mercato estivo, Josè non ci può raccontare che solo Sampdoria e Lecce hanno speso meno della Roma e che i giallorossi non giocheranno per lo scudetto. La Roma deve lottare per il titolo. Altrimenti queste operazioni e questo entusiasmo non sarebbero giustificati. Capiamo il solito gioco di Josè. Il suo preferito è il nascondino per togliere pressioni alla squadra in una piazza che le pressioni le crea costantemente. Però non possiamo non inserire la Roma nella corsa allo scudetto. E' come il Milan dello scorso anno. Anzi, parte con più fari addosso. Partendo sempre dal presupposto che Inter e Juventus devono provare a rivincere lo scudetto, il Milan lo vuole difendere e, forse, l'unica che togliamo dal grande sogno è il Napoli se non farà da qui al 1 settembre operazioni tali da farci rimangiare questo pensiero. La Roma è davvero forte. Squadra costruita con intelligenza e sacrificio economico. Già lo scorso anno era partita per stare tra le prime 4 ma Mourinho ha floppato clamorosamente in campionato e ha riconquistato credito con il piano C europeo. Non è andata male, anzi, grazie a quel trofeo si è preso la stima di tifosi, società e proprietà e si è guadagnato questo mercato pirotecnico.
Dopo la prima giornata possiamo promuovere le milanesi. Solo a metà. Il Milan svolta grazie al rigore del Var. C'era, non c'era, ormai hanno già parlato tutti quindi è inutile tirarla ancora per le lunghe. Sta di fatto che quel rigore ha cambiato completamente l'andamento della gara che si era messa male per il Milan. L'Udinese volava sulle ali dell'entusiasmo e a San Siro la gente non credeva a quella doccia fredda nonostante fosse il week end di ferragosto. I ritmi sono ancora da calcio estivo, anche se in palio ci sono punti per il campionato. Il Milan in difesa ha ballato troppo, spesso graziato da Deulofeu, leggermente egoista. Pioli si è presentato alla prima della Scala con i suoi uomini da scudetto. E' sembrata la formazione del "grazie, riparto da voi" ma non potrà andare così ancora per tanto tempo. A centrocampo il Milan ha bisogno del sostituto di Kessie e il tempo stringe. In attacco bisogna buttare nella mischia i nuovi e capire come si distribuiranno alle spalle della punta. L'Inter a Lecce vince giocando con 5 attaccanti contro zero difensori di ruolo. Baroni non aveva centrali da schierare e Inzaghi non sapeva più dove mettere gli attaccanti. Se avesse avuto ancora Pinamonti in tribuna avrebbe messo dentro anche lui. Poca Inter vista in Salento. Inzaghi parla di mercato e ripete a voce alta, prima e dopo i pasti, il mercato in uscita è chiuso. Per autoconvincersi ma anche per mettere in difficoltà proprietà e società. L'allenatore è consapevole che con il mercato aperto fino al primo settembre qualcosa di "brutto" potrà ancora accadere. A Lecce si è vista una Inter ancora in versione estiva. Bisogna cambiare marce se si vuole provare a riportare lo scudetto alla pinetina. Quest'anno la concorrenza è agguerrita.
A Verona e Torino non c'è pace. Il Toro vince a Monza e pensa di aver risolto i suoi problemi. Sbagliato. Nascondere le notizie o raccontare le storielle di Vagnati può essere una strategia giusta per i giornalisti che non vogliono sentire o per i tifosi che la società reputa stupidi. Una volta c'era il grande Torino, adesso c'è il grande caos. Dalle botte tra Direttore e allenatore in eurovisione, al capitano scelto dal Mister che prima dell'esordio in campionato dice che se ne vuole andare e Juric lo vuole attaccare al muro perché si sente tradito dopo che gli aveva dato lui stesso la fascia. Entri in campo a Monza e la Curva insulta il Presidente. I tifosi del Toro sono stanchi di campionati di metà bassa classifica e pretendono chiarezza e ambizione. Mancano entrambe. D'altronde se prendi un Direttore Sportivo con il massimo risultato conseguito la promozione in A con la Spal, capisci che il punto più alto sarà sempre la salvezza. Il Torino ha vissuto di rendita grazie a Petrachi, perso lui non si è capito più nulla e più che il risultato ci ha perso la gestione del club. A Verona si rischia di fare la stessa fine. Setti lavora bene da anni ma se prendi un emergente come Cioffi devi saperlo anche accompagnare. Cioffi, ad Udine, era telecomandato da una società che a San Siro ha iniziato il suo 50esimo campionato di serie A. Sappiamo tutti come si lavora a Udine e come viene considerato l'allenatore. Importante ma non fondamentale. Cioffi non era ancora pronto per camminare con le sue gambe. Esordio oggi per il Napoli a Verona. Siamo curiosi dopo la rivoluzione.
Stasera toccherà anche alla Juventus. Il pre campionato ha bocciato Allegri ma da ora si inizia a fare sul serio. La squadra ha ancora bisogno di rinforzi e la società sicuramente non è stata veloce ad accontentare il proprio allenatore. Tra entrate ed uscite Cherubini è arrivato lungo. C'è tempo ma bisogna chiudere il centrocampista e la punta. Le operazioni fatte sono state utili e strategiche. Il ko di Pogba non ci voleva ma questa squadra sicuramente è più forte di quella dello scorso campionato anche se hai perso una figura importante come quella di Chiellini.
Settimana prossima vi parleremo dei procuratori. Di chi si sente re e invece sta perdendo sudditi e castello. Di chi pensa di essere infallibile, invece, finita la pacchia in Premier si sta vedendo soffiare tutti i calciatori della propria scuderia.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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