La sfida di Palermo ha lasciato l’amaro in bocca per un pari che ad un certo punto della partita sembrava possibile: la Dea ha premuto gli avversari dando la sensazione di poter rimediare a una partita che sembrava già finita. L’impresa non è riuscita ma la squadra ha dimostrato carattere e voglia di combattere, qualità che bisognerà riservare per il prossimo avversario: il Lecce di Serse Cosmi. Va infatti attribuito grande merito al mister perugino di fede romanista la scalata di classifica dall’ultimo posto fino all’aggancio della zona salvezza. I giallorossi ristagnavano sul fondo della graduatoria, ma negli ultimi due mesi hanno racimolato qualche punticino vincendo addirittura a Firenze contro la Fiorentina e in casa contro l’Inter. Al di là dei punti i pugliesi stanno esibendo un buon calcio. Il modulo arrembante 4-2-3-1 e il progetto incentrato su giovani talentuosi impostato da Di Francesco è stato accantonato per un più prudente 3-5-2, interpretato da giocatori più esperti entrati dalla finestra del mercato invernale.
ANALISI DELLA SQUADRA
Julio Sergio si è riappropriato dei pali dopo un piccolo infortunio di Benassi che è indisponibile; il brasiliano era stato prelevato dalla Roma per essere il titolare ma il suo inizio di stagione non ha convinto per niente. La retroguardia non sembra irresistibile, si schiera a tre e, data l’indisponibilità dell’ex Carrozzieri, vedrà schierati: Oddo, Miglionico e Tomovic. Tra tutti e tre non si fa un difensore centrale decente. L’ex terzino del Milan, nonostante si stia comportando bene, in quel ruolo è adattato, ha fatto l’esterno per tutta la vita e non vedo nel suo futuro un brillante futuro nel cuore della muraglia. Miglionico ormai ha 32 anni e la sua massima espressione è stata fare panchina al Livorno, benché in passato - leggi: nell'annata dell'ultima retrocessione bergamasca - abbia risolto proprio un match contro i nerazzurri. Tomovic è un giovane in prestito dal Genoa: buon giocatore o ennesimo caso di frenesia da shopping di Preziosi? Serve ancora un po’ di tempo per sbilanciarsi definitivamente.
Il centrocampo a cinque da sinistra a destra: Brivio, Delvecchio, Blasi, Giacomazzi e Cuadrado. L’esterno sinistro di scuola atalantina è al suo secondo anno in Puglia, nel ruolo di tornante si sta esprimendo meglio che come terzino puro. Dotato di ottimo fisico, garantisce copertura e spinta. Un altro ex, Gennaro Delvecchio, è ormai sul viale del tramonto calcistico: dopo essere stato ceduto senza rimpianti dal Catania cerca di darsi una spolverata ritrovando il mister che lo valorizzò ai tempi del Perugia. Blasi è un mediano vecchio stampo, di quelli “palla o gamba”. Giacomazzi è un discreto giocatore, la sua dimensione però è quella del Lecce; in altre squadre ha sempre fallito. Il laterale colombiano Cuadrado sta facendo bene, può ricoprire tutti i ruoli sulla fascia anche se è più portato all’azione offensiva; grande velocità e buona tecnica lo contraddistinguono ma ha la sindrome da calciatore sudamericano: a volte è un po’ evanescente.
In attacco è stato rispolverato Di Michele, anche per lui come Giacomazzi la dimensione adatta è quella che può offrire la società pugliese. Ormai lo si può definire un “vecchietto” con i suoi 36 anni. La tecnica non gli manca e nella sua carriera ha anche sfornato giocate di alta classe ma pur sempre troppo sporadiche. Di Francesco lo aveva messo già in “pensione”, ma Serse Cosmi invece lo ha responsabilizzato come leader della squadra. Al suo fianco c’è un ballottaggio tra un gioiellino e un’ex promessa: Muriel e Bojinov. Il colombiano sta stupendo gli osservatori con tanta velocità e tecnica applicate a buone giocate, tatticamente non è ligio come dovrebbe ma è un classe 91 e qualche cosa gliela si può concedere. Il bulgaro è tornato da dove è partito. Lo potremmo definire una “pallina di gomma”: è rimbalzato da una squadra all’altra combinando sinceramente pochino. Ad inizio carriera sembrava dovesse spaccare il mondo ma tirando le somme ora di rotto c’è solo il suo fisico: ha avuto una lunga serie di infortuni.
LA PARTITA
Battere il Lecce in questo momento non è affatto semplice, sta attraversando un periodo d’oro e macina punti con buona costanza. Le squadre di Cosmi sono famose per rispecchiare la grinta e il carattere coriaceo del proprio mister e il Lecce sta applicando bene i suoi insegnamenti. I giallorossi hanno cambiato marcia quando hanno appreso l’aspra verità: erano ultimi con distacco e non avevano più nulla da perdere. Giocano con la mente sgombra, ben sapendo che fino a un mese fa erano dati per spacciati quindi ora cercano di vendere cara la pelle. Questo è il loro grande vantaggio, per usare un’espressione tennistica: passato il “braccino” giocano a tutto braccio.
Nonostante tutto però sia chiaro che la rosa è quel che è, la formazione titolare è povera di tecnica e non ci sono individualità di spicco. Giocare liberamente li sta aiutando, ma alla lunga i valori tecnici usciranno e i pugliesi ne sono palesemente sprovvisti.
A Palermo si possono lasciare punti ma in casa col Lecce no, quindi senza girarci troppo attorno, i ragazzi di Colantuono sono chiamati alla vittoria, non ci sono scusanti: i tre punti contro i salentini sono come ossigeno. E’ ora di dare una bella boccata d’aria.
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