Da giorni, l'ambiente Atalanta sembra perso in una spirale infinita di recriminazioni. È un susseguirsi caotico di voci, tutte certe di sapere chi sia il responsabile della crisi nerazzurro. C'è chi punta il dito contro Gasperini e le sue dichiarazioni premature sul futuro, chi contro la dirigenza per un mercato giudicato insufficiente, chi persino contro Koopmeiners per una partenza estiva troppo pesante da digerire. Una giostra infinita, che sembra allontanare sempre di più dal nocciolo del problema.
IL FUTURO È ADESSO
Quello che pare sfuggire, in questo continuo riversare di accuse, è un concetto tanto semplice quanto essenziale: il futuro della squadra bergamasca si gioca adesso - rimarca stamane L'Eco di Bergamo con un decisa esamina -. Sette partite che valgono una stagione, sette finali per conquistare ancora una volta un traguardo straordinario, la qualificazione in Champions League. L'Atalanta, nel suo recente passato, ha fatto sembrare normali risultati impensabili per oltre un secolo: questo non deve portare a considerare scontato ciò che fino a pochi anni fa era un sogno proibito.
TROPPI ALIBI, POCHI FATTI
Il problema vero non è individuare chi ha sbagliato o chi sbaglierà in futuro. Il nodo da sciogliere è solo tecnico e mentale: questa squadra, lo dimostra il campo, vive un momento di difficoltà, ma possiede ancora il potenziale per uscirne. Invece di cercare alibi, è giunta l’ora di analizzare con lucidità gli errori e affrontare con realismo la situazione. Sottovalutare la salita può solo portare a cadute più dolorose.
SOCIAL E CHAT, IL RISCHIO DELLA ZUPPA ACIDA
La costante ricerca di presunti di presunte verità nascoste a Zingonia sta creando un clima 'tossico', distante anni luce da ciò che dovrebbe rappresentare l'ambiente Atalanta - si legge -. I social e le chat sono diventati una sorta di tribunale permanente, pronto a giudicare ogni passo falso come fosse la fine del mondo. Un atteggiamento che non fa parte della cultura nerazzurra, sempre caratterizzata dall’amore per la maglia, dalla compattezza e dalla capacità di superare le difficoltà rimanendo uniti.
UNITÀ COME ANTIDOTO ALLA CRISI
In un momento delicato come questo, il miglior modo per dimostrare di essere diversi dalle altre realtà calcistiche è proprio restare uniti. È il momento di mettere in pratica quel motto così caro ai tifosi, "Solo Atalanta, il resto avanza", ricordandosi che la forza della squadra di Gasperini è stata costruita sull’unità d’intenti e sul sostegno incondizionato di tutto l’ambiente.
BASTA ISTERIE, ORA SERVONO I FATTI
L’obiettivo è chiarissimo: bisogna creare le condizioni affinché la squadra affronti queste ultime sette gare sapendo di avere alle spalle un ambiente compatto. Le discussioni sui responsabili, sulle scelte di mercato, sugli errori tattici o strategici potranno e dovranno essere rimandate al termine della stagione. Farlo ora significherebbe alimentare un circolo vizioso, inutile e dannoso.
Dopo anni incredibili, sarebbe un peccato mortale rovinare tutto cedendo alla tentazione di cercare colpevoli anziché soluzioni. L'Atalanta, società, squadra e tifosi, devono dimostrare di essere superiori a questa tentazione. Altrimenti, alla fine di queste sette partite, il rammarico più grande potrebbe essere quello di essersi fatti male da soli. Sarebbe la sconfitta più amara.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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