Lei non conosce Neymar da vicino. Provate a indagare e scoprite com'è in privato. Se è egoista o meno, se è gentile o meno... E trasmettetelo al grande pubblico. Perché questo non potrà che essere d'aiuto. Aiuterà i bambini che lo amano, la società, e sarà davvero bello che la verità su di lui venga a galla". Facciamo nostra l’intemerata di Fernando Diniz, neo CT del Brasile e protagonista col Fluminense di un calcio che in Brasile, e in Sudamerica, non si vedeva da tempo, per qualità di proposta. L’invito è rivolto alla stampa brasiliana, ma anche a tutti noi. Sorpassata la soglia dei trent’anni, trasferitosi nel lussuoso e un po’ finto (almeno per ora) campionato saudita, quasi abbandonato il calcio di alto livello, ecco l’uscita di un tecnico che è prima di tutto un super appassionato del gioco del calcio, che sembra ricordarci che non dobbiamo scordarci di Neymar, anzi, che dovremmo conoscerlo meglio pure fuori dal campo, per apprezzarlo di più.
Quello di mettere etichette, di procedere di superficialità in superficialità, è tratto distintivo della nostra società, e al talento brasiliano si è appiccicato da tempo il ruolo se non del cattivo quello del vanesio, del mercenario (quello non si nega a nessuno), dell’insensibile. Nelle parentesi di calcio vero che il ragazzo della profonda provincia paulista regala, e cioè quando indossa la casacca sacra del Brasile, l’Amarelinha, non manca di emozionare. Il suo gol al Mondiale contro la Croazia è una perla rara, vanificata nel risultato dall’indecisione successiva e poi dai rigori finali. Nella gremitissima sala stampa di uno stadio qatariota che forse non esiste più, fianco a fianco con colleghi argentini, sfogavo la mia rabbia per aver perso al Mondiale una squadra e un giocatore straordinario: molti di loro erano felici, quelli che masticano realmente calcio perché sapevano che la vera rivale della Seleccion era uscita e che il viatico per la celebrazione di Messi and co. risultava meno tortuoso, mentre i turisti di questa professione una volta nobile sfogavano la loro repressione, sublimavano l’invidia esultando per le lacrime altrui, anche e soprattutto quelle del numero 10. Miserie, ma che accompagno il calcio e lo sport, lo sappiamo.
Nessuno di questi ha colto quello che è avvenuto l’altra notte. Neymar ha superato il numero di gol di Pelè nella Seleçao. Dopo il gol ha esultato alla maniera di O Rei, quel “soco no ar”, come si dice in portoghese, quei pugni, quelle braccia slanciate durante corse e salti sono stati come una citazione. Pelè e Neymar sono entrambi cresciuti al Santos, e nelle reti sociali ancora controllati dalla famiglia del mitologico numero 10 hanno apprezzato e scritto così sui social: “Para sempre, Meninos da Vila! Complimenti Neymar per aver superato “o Rei” nei gol della nazionale in partite ufficiali FIFA. Certamente Pelé ti sta applaudendo in questo momento!” Sentita partecipazione. Con distinguo non esageratamente sottolineato, dato che nel conteggio dei gol, Pelè si auto attribuì una ventina di gol in più, in partite “non ufficiali” (Romario le definì perfidamente gare di esibizione ma pure lui nei suoi millantati 1000 e passa gol, deve aggiungere qualche asterisco…).
Tanti? Pochi? Altro calcio, altre difese, altri avversari. A ognuno i suoi, di distinguo, certo è che nessuno ha mai raggiunto un numero di reti come quello di Neymar Junior: 79, e il conteggio è ancora in moto. Il Brasile di Tite ha (forse) sbagliato due partite: col Belgio a Russia 2018 e l’anno scorso in Qatar nel ricordato finale di gara con i croati. Quello nuovo di Diniz (in attesa, chissà, di Ancelotti) è ripartito a produrre calcio di qualità. Con un sorriso che sembra sempre più coinvolgere Neymar. Le parole del CT non sono quindi uno sfogo ma un invito. A ripartire dal campo per trasmettere emozioni positive a tutti gli appassionati non solo brasiliani, a tutti i “mendicanti del buon futbol”, come avrebbe detto Eduardo Galeano. Senza dimenticare che c’è un fuori campo da conoscere, per poi rispettare, almeno, se proprio non si vuole elogiare. Il crepuscolo saudita conoscerà nuovi lampi? Magari non solo in maglia “amarela”? Lo speriamo tutti, noi veri appassionati. Forse scopriremo così quello che ci invita a fare Diniz: Lo conoscete davvero Neymar?
Autore: Red. TuttoAtalanta.com
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