Il Bologna di Thiago Motta, per evidenti ragioni di gioco, risultati, prospettive e possibilità, è uno dei luoghi di aggregazione più in voga per chi osserva il calcio da tante prospettive. Il che non significa solamente mettere in riga numeri, vittorie, gol, pareggi, sconfitte, punti e posizioni in classifica. Ma va decisamente oltre, e più precisamente nel capire chi può diventare un top nel rispettivo ruolo. C’è tuttavia un altro interessantissimo polo calcistico, il cui intento principale era confermarsi in A senza alcun problema – obiettivo già raggiunto, per l’appunto con zero affanni – e provare a migliorarsi rispetto a una buona prima stagione. A Monza 2 su 2, su entrambe le ruote. Ma non solo: tanti calciatori sono migliorati, alcuni sono dei potenziali crack e l’allenatore da iniziale sorpresa si è confermato nel corso del secondo anno su livelli importanti. Raffaele Palladino da Mugnano di Napoli, a 39 anni, è ad oggi uno dei giovani più bravi e di prospettiva nel ruolo. Tanto che il suo nome è finito nella lista di diversi club che lo hanno seguito, lo seguono e lo seguiranno con parecchio interesse.
Scuola Gasp, idee nuove L’associazione con l’allenatore dell’Atalanta è scontata. Palladino è stato uno dei calciatori che hanno fatto grandi cose nel Genoa di Gasperini, il cui modo di giocare a calcio ne ha comunque influenzato il pensiero. La base di partenza dunque è stato il 3-4-2-1. Aggressività, nessun problema nell’andare a duellare uno contro uno in mezzo al campo, inserimenti dei trequartisti con annesso gran lavoro dei due esterni. Con questo sistema Palladino ha costruito il suo primo Monza e sempre con questo modulo è riuscito a ripetersi durante l’attuale campionato. Tuttavia con una variazione sul tema particolarmente significativa che dimostra elasticità mentale, voglia di proporre ai calciatori un qualcosa di diverso e utile in determinati contesti. Il 4-2-3-1 con cui Palladino ha messo in crisi il Milan e ottenuto altri risultati di prestigio, giocando anche un bel calcio, è l’altro manifesto del suo pensiero calcistico. “Personalmente sono cresciuto sotto il profilo dell’esperienza, insieme al mio staff adesso ho più partite. E un altro sistema di gioco che mi piace fare, insieme al 3-4-2-1 con cui siamo nati”, ha affermato dopo aver vinto l’ultima partita prima della sosta in casa col Cagliari. Una certificazione del suo step di crescita e magari anche un avviso ai possibili club interessati. Giovane, moderno, con idee brillanti, abile sia nel lavoro sul campo che nello spogliatoio Palladino è di fatto il nuovo che avanza. Del suo futuro ha sempre preferito non parlarne, rimandando tutto alla fine del campionato. Ma la possibilità che in estate possa puntare alla panchina di una squadra importante è concreta.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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