Oltre il Circolo Polare Artico c'è una squadra che non solo vince, ma studia i maestri del calcio europeo per replicarne le gesta. Jens Petter Hauge, tornato a essere il profeta in patria con la maglia del Bodø/Glimt, ha rilasciato dichiarazioni che suonano come musica per le orecchie dei tifosi atalantini. In un'intervista a tutto campo, l'attaccante norvegese ha eletto la formazione orobica a modello di riferimento assoluto per chi vuole fare calcio ad alta intensità, accostandola per filosofia al suo club che sta dominando in patria e stupendo in Europa.

IL MODELLO GASPERINI, CORSA E IDENTITÀ - Quando gli chiedono di definire il gioco e l'anima del Bodø, Hauge non ha dubbi e scomoda due paragoni illustri. «Siamo come l'Atalanta della gestione Gasperini per l'intensità che mettiamo in campo», spiega l'esterno ai microfoni de La Gazzetta dello Sport -, sottolineando come il marchio di fabbrica nerazzurro sia ormai riconosciuto a livello continentale come sinonimo di calcio aggressivo e moderno. Ma c'è di più: «Per il forte senso di appartenenza assomigliamo all'Athletic Bilbao: siamo quasi tutti ragazzi del nord della Norvegia». Un mix tra la "garra" basca e i ritmi di Zingonia che ha permesso ai gialloneri di vincere quattro titoli negli ultimi cinque anni.

AMARCORD MILAN, LA CHIAMATA DI MALDINI - Hauge riavvolge il nastro dei ricordi fino a quel settembre di quattro anni fa, quando proprio a San Siro, nei preliminari di Europa League, stregò il Diavolo con un gol e un assist. «Quella sera capimmo che potevamo guardare in faccia chiunque. Perdemmo 3-2, ma ci divertimmo». Nel post-partita, il destino bussò alla sua porta in modo rocambolesco: «Il cellulare esplodeva di messaggi. Poche ore dopo ricevetti una videochiamata: era Paolo Maldini che mi diceva "Jens, ti aspettiamo a Milanello". Emozioni uniche, faticavo a capire cosa stesse accadendo». Un viaggio di andata e ritorno che lo ha fatto crescere, prima del rientro alla base.

L'INFERNO DI GHIACCIO E L'ISPIRAZIONE HAALAND - Oggi il Bodø è una realtà temuta (chiedere a Roma e Lazio per referenze) anche grazie al fattore ambientale. «Giocare da noi è complicato: ottomila tifosi passionali, vento che taglia il campo, sintetico e spesso la neve», racconta Hauge. Una crescita esponenziale del movimento norvegese che ha un trascinatore d'eccezione: Erling Haaland. «Ci dà coraggio. Da bambino pensavo fosse meglio nascere in Brasile o Spagna per sfondare, ma Erling ci ha dimostrato che anche partendo dalla Norvegia si può competere con i più forti del mondo».

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© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
Sezione: Champions League / Data: Mar 25 novembre 2025 alle 08:45
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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