Napoli-Atalanta non è una trasferta qualunque. Lo dicono le statistiche, lo confermano gli ultimi dieci anni: il Maradona è diventato uno dei terreni più fertili per la Dea. E alla vigilia dell’esordio di Palladino, il passato recente racconta una verità che ribalta narrazioni e certezze: a Napoli, l’Atalanta ha vinto più di chiunque immaginasse.

DOMINIO NERAZZURRO – L’Atalanta arriva al Maradona dopo due vittorie consecutive da tre gol a testa, i 3-0 del marzo e del novembre 2024 che hanno eguagliato un primato storico risalente addirittura al 1956. L’ultimo ko? Serve tornare indietro di due anni e mezzo, al 2-0 del marzo 2023: è l’unica delle ultime undici sfide in cui la Dea non sia riuscita a segnare in Campania.

UN DECADE CHE PARLA CHIARO – Nel campo che fu il San Paolo, l’Atalanta ha imposto un ritmo impensabile: cinque successi nelle ultime otto sfide di Serie A, sei considerando tutte le competizioni. Il confronto globale resta favorevole ai partenopei (39 successi contro 11), ma è il presente a indicare la direzione: da dieci anni, nessuno a Napoli fa punti quanto la Dea.

IL PARADOSSO IN CASA E FUORI – C’è un dato curioso: il bilancio complessivo tra le due squadre è equilibrato perché l’Atalanta paga un rendimento spesso negativo nelle gare interne contro gli azzurri. In trasferta, al contrario, ha costruito la parte migliore del suo bottino: 9 vittorie in assoluto nella storia della Serie A a Napoli, quattro delle quali distribuite tra il 1956 e il 2012, e cinque nell’ultimo decennio.

ZERO PAREGGI – Un altro indizio della sfida sempre accesa tra queste due squadre è il quasi totale azzeramento dei pareggi - analizza i dati L'Eco di Bergamo- . Considerando le ultime 20 partite di campionato, il segno X è apparso soltanto una volta: il 2-2 dell’ottobre 2019 in Campania. Un dato che spinge verso l’idea di un match quasi sempre deciso dagli episodi.

I MOMENTI CHIAVE – L’Atalanta è letale a cavallo dell’intervallo: è la squadra di Serie A che ha segnato di più tra il 31’ e il 45’, recupero incluso. Il Napoli, al contrario, colpisce soprattutto a inizio ripresa, tra il 46’ e il 60’, lo stesso segmento che spesso ha indirizzato le grandi partite della squadra di Conte.

LE PANCHINE SI RITROVANO – Quella tra Palladino e Conte è una sfida con un passato recente: i due si sono già incrociati due volte nella scorsa stagione, nei Napoli-Fiorentina, e in entrambi i casi ha prevalso il tecnico pugliese. Oggi si ritrovano in contesti invertiti, con Palladino che torna da protagonista nella sua terra d’origine (è nato a Mugnano) e Conte che affronta la squadra che ha guidato nel 2009-10.

LOOKMAN, IL FANTASMA DEL MARADONA – C’è un protagonista che da solo può cambiare la partita: Ademola Lookman. Il nigeriano ha segnato cinque gol al Napoli in sette sfide, una delle sue vittime preferite insieme a Empoli e Fiorentina. Proprio qui, al Maradona, firmò una delle sue doppiette più devastanti: un dato che pesa, eccome, in vista della notte di sabato.

Se il passato insegna qualcosa, è che Napoli-Atalanta non è mai una notte “normale”. Per Palladino può diventare la scintilla di una rinascita, per Conte un esame obbligato. Il Maradona è pronto a ribollire, ma le statistiche raccontano un’altra verità: negli ultimi dieci anni, a Napoli, spesso è stata la Dea a fare la voce grossa.

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Sezione: I numeri / Data: Sab 22 novembre 2025 alle 08:30
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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