Rui Patricio 7.5 - Non troppo impegnato, ma presente quando necessario e tempestivo nelle uscite. Quando il Feyenoord spinge deciso la Roma si affida ai suoi interventi, anche prodigiosi.
Mancini 8 - Gioca d'anticipo e gli riesce tutto benissimo. E quando non lo fa mura con grande tempismo. Non contento inventa l'assist splendido per Zaniolo. Quando poi nell'anticipare un avversario manda la palla sul suo palo si capisce che davvero la sua serata.
Smalling 8 - Gioca la sua seconda finale europea, ancora una volta contro l'Ajax. Ci mette mestiere e fisico, quando non arriva prima sul pallone. Nel forcing avversario della ripresa mura tutto quel che si deve murare, al limite dello stoico. Ingaggia un duello anche ruvido con Dessers uscendone vincitore.
Ibanez 8 - Il primo segnale di quanto ispirata sia la difesa romanista è un suo anticipo su Nelson, il capolavoro (comunque fermato per fallo precedente) in recupero su Dessers a due passi dalla porta. Pochi fronzoli nelle chiusure, necessario per gestire il vantaggio.
Karsdorp 6 - Eccolo, contro la sua ex squadra, ironia della sorte in una finale. Lui c'era in quella doppia sfida del 2015, dall'altra parte della barricata. Gara più di sacrificio, a maggior ragione dopo che il Feyenoord cerca il pari. Dall 89' Vina sv
Cristante 6.5 - Piazzato davanti la difesa, si fa apprezzare per alcuni lanci a cambiare il gioco cercando di imbeccare gli esterni. E nella ripresa è importante a dare una mano alla retroguardia.
Mkhitaryan sv- Recupero last minute, Mourinho lo schiera dal 1' arretrandolo. Parte anche bene, poi il patatrac: si fa male dopo pochi minuti, scuote la testa, esce sconsolato. Dal 18' Oliveira 5.5 - Escluso inizialmente a sorpresa, entra quasi a freddo e fatica un po' a trovare il ritmo partita. Cerca sempre la giocata semplice, rincorre gli avversari non sempre arginando l'avversario.
Zalewski 5.5 - Un anno fa, più o meno di questi tempi, giocava il suo primo quarto d'ora da professionista. Ora è titolare in finale e l'emozione soprattutto all'inizio si sente. Prende col passare dei minuti coraggio facendosi apprezzare anche per qualche recupero. Dal 66' Spinazzola 5.5 - Fosse tornato a giocare qualche settimana prima il posto da titolare non glielo avrebbe tolto nessuno. Entra in un momento complicato della squadra, chiamato a dare quella spinta sulle fasce che fino a quel momento è mancata. L'inerzia della partita non glielo permette.
Pellegrini 6 - Romano e romanista, il capitano arriva lì dove non vi sono riusciti Francesco Totti e Daniele De Rossi, giocare una finale di coppa europea. E vincerla. Ha un paio di grandi intuizioni specie all'inizio trovando il varco per le punte ma quando il Feyenoord aumenta la pressione anche lui va in difficoltà.
Zaniolo 7.5 - In dubbio il suo impiego soprattutto per scelta tecnica. Mourinho gli dà fiducia e lui fa capire da subito di essere sul pezzo: palla al piede è dura arginarlo quando scatena i suoi cavalli. Potenza ma anche classe, come il tocco sotto che sblocca la partita. Dal 66' Veretout 6 - Pochi palloni toccati ma non ne sbaglia uno.
Abraham 5 - Nove gol in Conference League, obiettivo non solo il trofeo ma anche il titolo di capocannoniere. Trauner gli fa capire che aria tira dopo pochi minuti, lui non riesce a distriscarsi tra le maglie avversarie e quasi manda in gol Dessers con un folle retropassaggio. Dall'89' Shomurodov sv
Allenatore José Mourinho 8 - Le finali, a parte la Supercoppa europea nel suo caso, non si giocano: si vincono. Spiazzante nella scelta dell'undici, decisamente offensiva. Mkhitaryan lo tradisce, Zaniolo no. Dopo il gol la squadra soffre ma non perde compattezza. È l'unico allenatore al mondo ad aver vinto Champions League, Europa League, Conference League. E persino la Coppa delle Coppe come assistente di Bobby Robson: Special One.

Sezione: Il Pagellone / Data: Mer 25 maggio 2022 alle 23:00
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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