Non ci sarà alla New Balance Arena, ma la sua voce attraversa Bergamo. Lukas Vorlicky guarda l’Atalanta con gli occhi di chi è cresciuto in quella casa: giudizi limpidi, memoria grata, idee chiare. Dentro, la nostalgia di una partita sognata e sfuggita; fuori, la lucidità di un professionista che sa dove può ancora arrivare.

LO SGUARDO SULLA DEA – Lookman leader, CDK e Samardzic d’oro – «Lookman è l’uomo più pericoloso: può farne tre in ogni partita. Samardzic e De Ketelaere sono giocatori di classe. E poi de Roon e Djimsiti danno equilibrio e tranquillità».

LA CONTINUITÀ NUOVA – Juric diverso da Gasp, ma si vede la scuola – «Con Juric si nota il lavoro fatto con Gasperini - racconta in una lunga intervista a L'Eco di Bergamo -, ma il nuovo mister ha una sua identità. Di Gasp amavo la libertà concessa agli attaccanti: in un calcio ormai troppo fisico, dove si applaudono più i contrasti che le giocate, quella fantasia è preziosa».

SPECCHI E SOMIGLIANZE – Mi rivedo un po’ in CDK e Samardzic – «Forse sì, pur con l’altro piede. Mi piacciono i giocatori che accendono la partita. Con Lookman ho giocato: è un fenomeno. E non dimentico Ilicic e il Papu: mi hanno dato mille consigli».

ATALANTA VS SLAVIA – Punti in comune e differenze – «Le similitudini stanno nei duelli individuali e nella corsa. Ma lo Slavia si adatta di più all’avversario, è meno leggibile; l’Atalanta ha un gioco riconoscibile che impone».

GLI UOMINI CHIAVE SLAVIA – Cham e Chory sotto i riflettori – «Cham ha livello alto, anche se fatica un po’ per lo stile. Chory è un attaccante fastidioso, non ti lascia respirare. Siamo una squadra “strana”: possiamo vincere e perdere con chiunque».

LA PARTITA CHE NON SARÀ – “Non torno a Bergamo: sarebbe troppo” – «Sapevo di essere fuori lista, ma speravo ugualmente. Quando al sorteggio è uscita l’Atalanta ho urlato di gioia: i compagni mi hanno abbracciato. Poi la delusione: non me la sento di essere al Gewiss, sono emozioni troppo forti. Commenterò dallo studio: meno dolore, più lavoro».

LEGAMI E RIMPIANTI – Il saluto mancato e la chiamata di Toloi – «Ogni tanto sento Toloi. Mi pesa di essere andato via in silenzio dopo l’esordio e l’infortunio: non per scappare, ma perché mi sentivo l’ultimo arrivato, non ancora parte del gruppo».

SCALVINI, UN FRATELLO MINORE – “Tornerà grande: serve pazienza” – «Scalvini è tra i migliori difensori d’Italia: ha tempo per costruire una grande carriera. Dopo un infortunio ci sono alti e bassi, in campo e nella testa. Io ho sbagliato ad avere fretta: oggi predico pazienza e equilibrio».

ORIZZONTE PERSONALE – Tra ambizione e prudenza – «In Champions spero di tornarci; a Bergamo non so, ma ci spero. Ho ambizioni, ma non mi faccio illusioni: ogni passo è un dono».

Un filo invisibile lega Vorlicky alla Dea: non è solo il luogo in cui sognava di diventare grande, è la forma stessa del suo calcio. Se il destino gli restituirà una notte a Bergamo, l’applauso sarà spontaneo: per chi ha sofferto, è cresciuto e non ha mai smesso di amare questo gioco.
 

© foto di Daniele Buffa/Image Sport
© foto di TuttoAtalanta.com
Sezione: L'angolo degli ex / Data: Mer 22 ottobre 2025 alle 10:30
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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