Ci sono offerte che fanno tremare i polsi, capaci di cambiare in un solo istante le strategie di un intero club. Ma esistono anche momenti in cui dire «no» vale più di una montagna di milioni. Ed è esattamente quello che è successo all’Atalanta, quando Antonio Percassi ha rispedito al mittente la maxi proposta arrivata dal Newcastle per Giorgio Scalvini.

MAXI OFFERTA RESPINTA - La cifra sul piatto era di quelle pesanti: sessanta milioni di euro offerti dai Magpies, squadra di proprietà del Public Investment Fund saudita, guidato dal principe ereditario Mohammad bin Salman. Un fondo - rivela Xavier Jacobelli - che gestisce un patrimonio di quasi 800 miliardi di euro, e che ha già reso il Newcastle una delle potenze emergenti della Premier League, capace di conquistare la Coppa di Lega dopo 56 anni e di qualificarsi per la prossima Champions League. Un’offerta apparentemente irrinunciabile, ma non per Percassi, che considera Scalvini un patrimonio tecnico e simbolico, da preservare a tutti i costi.

GIOIELLO DI CASA DEA - Ventunenne, bergamasco d’adozione e cresciuto fin dai dodici anni nel vivaio nerazzurro, Scalvini ha già 107 presenze con la maglia atalantina e 8 apparizioni con la Nazionale azzurra, dove Roberto Mancini lo ha fatto esordire appena diciottenne. Difensore centrale moderno, polivalente, capace di muoversi agevolmente anche da centrocampista, Scalvini ha già superato diversi ostacoli nella sua giovane carriera, compresi due gravi infortuni (crociato e spalla) che lo hanno frenato nell’ultimo anno. L’Atalanta conta su di lui per la prossima stagione come se fosse un vero e proprio nuovo acquisto.

STRATEGIA DEL CLUB - L’idea della società nerazzurra è chiara: non cedere alle tentazioni milionarie, soprattutto se queste significano indebolire la rosa a disposizione di Ivan Juric e rafforzare altre big europee. Lo stesso principio non è valso per Retegui, ceduto per 65 milioni agli arabi dell’Al-Qadsiah, ma Scalvini rappresenta un’altra storia. Il difensore è un pilastro sul quale costruire la Dea del futuro, insieme a Carnesecchi, a Sportiello (appena tornato per la terza volta a Bergamo) e agli altri talenti cresciuti nel fertile vivaio di Zingonia come Rossi, Bonfanti, Palestra e Zappacosta.

LE RAGIONI DI PERCASSI - Percassi lo ha definito chiaramente «incedibile»: per il presidente Scalvini non è soltanto un ottimo giocatore, ma un simbolo di continuità, identità e appartenenza. Un patrimonio intangibile che nemmeno i soldi sauditi possono comprare facilmente.

Una risposta decisa e netta, che conferma ancora una volta come l’Atalanta punti a restare protagonista, senza svendere i propri gioielli per inseguire facili plusvalenze.

Sezione: Primo Piano / Data: Lun 21 luglio 2025 alle 08:56
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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