L’approdo di Raffaele Palladino sulla panchina dell’Atalanta non rappresenta soltanto un cambio di guida tecnica, ma la certificazione definitiva di uno status internazionale ormai acquisito. In un calcio che spesso premia l’esperienza a discapito della freschezza, il tecnico campano ha ribaltato i paradigmi, trasformando il suo arrivo a Bergamo in una scalata statistica senza precedenti recenti. L’esordio in Champions League, culmine di un triennio vissuto sempre in accelerazione, lo proietta nell’Olimpo degli allenatori italiani, superando per precocità nomi che hanno fatto la storia del nostro calcio. Per analizzare le pieghe di questa ascesa folgorante e i retroscena che hanno convinto la famiglia Percassi, siamo andati a fondo con l'autorevole voce di Adriano Ancona, corrrispondente de Il Corriere dello Sport. Ecco quanto evidenziato da TuttoAtalanta.com
L’arrivo di Palladino a Bergamo coincide con il suo debutto nella massima competizione europea. Statistiche alla mano, ci troviamo di fronte a un percorso di crescita che ha pochi eguali nella storia recente del calcio italiano. Quanto pesa, in termini storici, questa precocità?
«Non siamo di fronte a una semplice scommessa vinta, ma a una garanzia allo stato puro. L’arrivo di Palladino all’Atalanta è avvolto da una scalata ai record che merita di essere sottolineata: ha raggiunto la Champions League in soli tre anni di carriera. Se guardiamo agli annali, tra gli allenatori italiani, soltanto Andrea Pirlo e Vincenzo Montella hanno fatto meglio in termini di tempistiche. In questo specifico dato, Palladino ha già superato "mostri sacri" come Massimiliano Allegri, Antonio Conte e Luciano Spalletti. E non solo: ai giorni nostri, ha fatto meglio persino di Enzo Maresca, che pure sta vivendo un momento d'oro come fresco campione del mondo con il Chelsea. È un biglietto da visita impressionante».
Cita Pirlo e Montella come unici precedenti più veloci, eppure c’è la sensazione che il percorso dell’attuale tecnico nerazzurro abbia un peso specifico diverso, forse maggiore. Qual è la differenza sostanziale che distingue l'ascesa di Palladino da quella dei suoi colleghi?
«C’è una grossa differenza di fondo che, a mio avviso, abbatte ogni mero valore numerico e rende questo traguardo unico. Palladino è arrivato in Champions League dopo un "percorso netto", organico, costruito sbriciolando record altrove, prima a Monza e poi a Firenze. Non è stato paracadutato in alto; ha scalato la montagna. È proprio per questo motivo che in estate il presidente Percassi aveva inserito il suo nome in cima alla lista dei desideri per l’Atalanta. Senza contare che la fama di Palladino, grazie al gioco espresso, aveva già fatto il giro d’Europa negli anni scorsi. Se togliamo le due eccezioni citate prima — Montella e Pirlo, che furono letteralmente "scaraventati" in panchina all’esordio assoluto rispettivamente con la Roma nel 2011 e con la Juventus nel 2020 — Palladino è senza dubbio quello che luccica di più. La sua è una conquista sul campo, gradino dopo gradino».
Spesso nel calcio i numeri si intrecciano con il destino. C’è un dato temporale molto curioso che lega la firma con l’Atalanta al suo recente passato sulla panchina della Fiorentina. Possiamo considerarlo un segnale premonitore?
«Assolutamente sì, poi c’è il destino che in questi casi interviene a mettere la firma in calce alle grandi storie. L'accordo di Palladino con l’Atalanta è arrivato il 10 novembre. Questa non è una data banale: esattamente quel giorno di un anno fa, la sua Fiorentina si trovava prima in classifica, a dimostrazione della continuità di rendimento che riesce a garantire alle sue squadre. A punteggiare la strada di quello che oggi è indiscutibilmente uno dei migliori allenatori italiani, dobbiamo mettere anche questa coincidenza, che sa tanto di predestinazione».
Un tecnico moderno, un percorso meritocratico e numeri che imbarazzano anche i giganti della panchina. Raffaele Palladino si prende l'Atalanta e l'Europa non per caso, ma per destino e competenza, confermandosi la scelta più lucida e ambiziosa per il futuro nerazzurro.
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Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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