Lookman sfida ancora l’Atalanta? Cosa può fare la Dea in base al contratto collettivo

Il caso Ademola Lookman si fa sempre più complicato. Dopo la clamorosa assenza di ieri, l'attaccante dell'Atalanta ha deciso di forzare ulteriormente la mano, non presentandosi neppure oggi al centro sportivo di Zingonia. Un segnale chiaro e forte, legato al suo desiderio di trasferirsi all’Inter, ma che ora potrebbe trasformarsi in un vero e proprio boomerang.

IL CONTRATTO - Nel giorno della ratifica del nuovo accordo collettivo tra Lega Serie A e Associazione Italiana Calciatori, l’attenzione si sposta inevitabilmente sulle possibili conseguenze economiche e disciplinari per il giocatore. La normativa è esplicita: se un calciatore non risponde a tre convocazioni per allenamenti o partite, distanziate almeno 48 ore tra loro nell'arco di sette giorni, il club ha il diritto di sospendergli la retribuzione.

IL RISCHIO DI SOSPENSIONE - Le due assenze consecutive di Lookman mettono già in allerta la dirigenza atalantina. Se il nigeriano dovesse mancare un'ulteriore volta all’appuntamento fissato dalla società (senza presentare alcun certificato medico), scatterebbe automaticamente la possibilità di sospendere lo stipendio del calciatore, come prevede il contratto collettivo al punto 5.2.13.

NON SOLO STIPENDIO - Ma c’è di più. Qualora la situazione dovesse ulteriormente peggiorare, l’Atalanta potrebbe decidere di ricorrere al Collegio Arbitrale per escludere ufficialmente Lookman dagli allenamenti della prima squadra. Un provvedimento estremo ma contemplato dalla normativa, secondo cui la società può richiedere di interdire la partecipazione del giocatore agli allenamenti stessi, come indicato dal punto 5.2.15.

UN MURO CONTRO MURO PERICOLOSO - Questa prova di forza potrebbe dunque costare carissimo al giocatore, il cui contratto attuale (da 1,8 milioni netti annui fino al 2027 con opzione fino al 2028) rischia seriamente di trasformarsi da risorsa a ostacolo. A Zingonia cresce l’irritazione, e i vertici nerazzurri sembrano determinati a non cedere davanti alle provocazioni del calciatore.

Il braccio di ferro è entrato nella sua fase più calda: ora la palla passa nuovamente nelle mani di Lookman, chiamato a decidere se continuare la sfida o cercare un compromesso per evitare sanzioni e ripercussioni pesanti sulla sua carriera.