L'aria di Zingonia si fa elettrica quando all'orizzonte si profila la sagoma dei campioni d'Italia. L'Atalanta si prepara a ricevere l'Inter in un match che vale molto più dei tre punti: è un esame di maturità, una prova di forza contro una vera e propria bestia nera delle ultime stagioni. Raffaele Palladino, reduce da un periodo di risultati utili che ha rilanciato le ambizioni della Dea, non si nasconde dietro alla prudenza. In conferenza stampa, il tecnico ha toccato tutti i temi caldi: dalla necessità di sfatare il tabù nerazzurro (otto sconfitte consecutive) alla gestione delle assenze pesanti come quella di Lookman, passando per le sirene di mercato e il recupero di pedine fondamentali in difesa. L'obiettivo è chiaro: trasformare la New Balance Arena in una bolgia e regalare una notte magica a Bergamo. Ecco quanto evidenziato da TuttoAtalanta.com:
Mister, iniziamo con un dato statistico pesante: l'Atalanta viene da otto sconfitte consecutive contro l'Inter. Lei però, sulle panchine di Monza e Fiorentina, ha già saputo battere i nerazzurri. I tifosi possono sperare nell'"effetto Palladino" per invertire questa rotta?
«Iniziamo con un sorriso, che è sempre il modo migliore per affrontare le sfide. È vero, ho ottenuto risultati positivi in passato, ma parliamo di annate, contesti e giocatori diversi. Sappiamo che il trend degli ultimi anni non è stato favorevole all'Atalanta contro l'Inter, ma i tabù esistono proprio per essere sfatati e domani sera ci proveremo con tutte le nostre forze. Affrontiamo una squadra fortissima, completa, che verrà a casa nostra con voglia di rivalsa. Noi, però, vogliamo continuare il nostro percorso e la nostra scalata positiva».
Il calendario vi mette di fronte a un trittico durissimo: Inter, Roma e Bologna in undici giorni. Sono i "tapponi dolomitici" della vostra stagione? E al termine di questo ciclo, avremo un quadro definitivo sulle ambizioni della squadra e sulle mosse di mercato?
«La definizione è calzante, sono d'accordo. Anche se la mia filosofia resta quella di guardare tassativamente partita per partita, è innegabile che queste tre gare contro avversari di vertice daranno un senso molto importante al nostro campionato. Sono sfide fondamentali contro squadre che lottano per le posizioni alte. Noi abbiamo dimostrato che contro le grandi troviamo sempre quello stimolo in più per dimostrare il nostro valore. Dopo queste gare faremo le valutazioni, ma a me ora interessa solo domani. Dobbiamo scendere in campo con un'intensità straordinaria».
Dal gennaio 2020 l'Atalanta non schiera un tridente "vero" contro l'Inter per scelta tecnica o necessità. Ha avvertito un peso psicologico nel valutare soluzioni offensive o la grandezza dell'avversario impone altre riflessioni?
«Il passato conta relativamente. L'Inter è una squadra camaleontica: ha grandi individualità, sa difendersi bassa, sa venirti a prendere alta, è letale in verticale e sa palleggiare se ti abbassi. È una squadra completa che ha il miglior attacco e il capocannoniere del torneo. Per batterla non basta un modulo, serve la partita perfetta. Bisogna saper fare tutto. Abbiamo ancora la rifinitura per sciogliere gli ultimi dubbi, ma ci prepariamo per affrontare ogni scenario».
In una gara del genere, quanto è fondamentale il recupero di un leader come Sead Kolasinac, che incarna lo spirito guerriero dell'Atalanta?
«Il suo rientro nell'ultimo mese è stato fondamentale. Ci mancava il suo spirito, quella cattiveria agonistica che voi definite "da Rambo". Sono felice di averlo ritrovato, ma mi piace sottolineare che questo spirito appartiene a tutta la squadra. Più giocatori con questa mentalità abbiamo, meglio è. In difesa, comunque, abbiamo valide alternative: Hien ha fatto bene quando è entrato, stiamo recuperando Scalvini e Djimsiti. Nonostante l'assenza di Kossounou per la Coppa d'Africa, dietro siamo coperti».
C'è spazio per la scaramanzia o per patti con lo spogliatoio? Avete concordato un giorno di riposo extra in caso di risultato positivo?
«Nessuna scaramanzia, non fa per me. Il mio motto è "do se mi date". È un rapporto di scambio: quando la squadra mi dà tanto, come ha fatto in questo periodo, io concedo riposo e libertà. Questo metodo ha creato grande empatia e sintonia nel gruppo. Non mi hanno chiesto nulla di specifico per domani, ma vedremo cosa succederà dopo la partita».
Facendo un primo bilancio della sua gestione, che sensazioni ha? La vittoria di Genova, seppur rocambolesca, sembra aver dato una scossa.
«Indubbiamente la partita di Genova non è stata la nostra miglior recita estetica, è stata una gara sporca, ma vincere soffrendo serve a formare il carattere del gruppo. Il bilancio è molto positivo: in un mese e mezzo ci siamo allenati pochissimo giocando sempre, eppure abbiamo ottenuto ottimi risultati scalando la classifica fino alla parte sinistra. Ma, come ho detto ai ragazzi prima di Natale, non abbiamo ancora fatto niente. Il bello viene adesso».
Ha fatto discutere la gestione rigida di Guardiola sul peso dei giocatori post-Natale. Lei come si è comportato?
«Io ho a che fare con un gruppo di grandi professionisti, ragazzi estremamente disciplinati. Abbiamo nutrizionista e staff medico che curano ogni dettaglio. Il controllo del peso lo facciamo ogni quindici giorni e alla ripresa stavano tutti benissimo. Il Natale serve anche a staccare; se si mangia qualcosa in più un giorno non succede nulla, si smaltisce allenandosi. Ho lasciato un po' più di libertà e sono stato ripagato».
Gennaio significa mercato. Le voci che accostano i suoi giocatori alle big sono un fastidio o un orgoglio?
«Non amo il mercato, ma capisco che faccia parte del gioco. Le voci sono un motivo di orgoglio per la società perché certificano il valore della rosa, ma pretendo che non ci siano distrazioni. Vedo i ragazzi concentrati al 100%. Se dovessi notare qualcuno distratto, interverrei subito, ma non è questo il caso».
Senza Lookman, a Genova è stato Maldini a spaccare la partita. Contro l'Inter vedremo un assetto più prudente o confermerà la trazione anteriore?
«Daniel a Genova ha inciso, provocando l'espulsione. Per sostituire Lookman ho diverse soluzioni: Maldini, Sulemana, e altre opzioni che ho provato. La rifinitura di oggi sarà decisiva: sceglierò chi mi darà più garanzie di affidabilità ed equilibrio».
In difesa è possibile rivedere De Roon arretrato con l'inserimento di Musah a centrocampo? E come sta Djimsiti?
«Djimsiti sta meglio, ieri ha lavorato parzialmente e valuteremo oggi. Marten ha fatto un'ottima partita da "braccetto", ma lui può giocare ovunque. Avendo recuperato Scalvini, ho diverse carte da giocare. Musah a centrocampo ha fatto bene a Genova. Ho tante soluzioni e deciderò all'ultimo».
Torniamo al tabù Inter: sette anni senza vittorie. C'è una spiegazione tattica?
«Da osservatore esterno, notavo che l'Inter contro l'Atalanta riusciva spesso a sbloccare la gara nei primi minuti, mettendo in campo un'energia che creava difficoltà immediate. Questo trend negativo deve essere una motivazione extra per noi e per i tifosi. Domani voglio vedere una bolgia allo stadio, ci devono spingere dal primo al novantesimo. Vogliamo invertire questa rotta».
L'Atalanta segna spesso nei minuti finali: Chelsea, Cagliari, Genoa. È questo lo spirito che vuole vedere?
«Sì, questa è la mentalità che mi piace: una squadra che non molla mai, che battaglia fino alla fine. Spesso le partite si decidono nei secondi tempi grazie a chi subentra. Fino ad oggi ho visto una squadra che ci crede sempre e questo è fondamentale».
Come stanno i ragazzi in Coppa d'Africa? E Scamacca?
«Siamo in contatto costante con i nazionali in Coppa d'Africa, stanno bene e stanno giocando. Per quanto riguarda Scamacca, sta crescendo e ha bisogno di continuità. Sono convinto che abbia ancora ampi margini di miglioramento. Mi aspetto che lui, così come chi sostituirà Lookman (Maldini, Krstovic, Samardzic), dia un contributo concreto in zona gol».
L'Inter è famosa per la sua lateralità offensiva. Sarà lì la chiave tattica?
«Non dipende solo da un reparto. L'Inter è forte nel palleggio, nella verticalità e nelle transizioni. Quando non hanno palla si difendono bene e ripartono forte. Bisogna stare attenti a tutto: hanno struttura fisica, gamba e tecnica. Servirà la partita perfetta».
Come gestisce l'esclusione di giocatori di qualità come Brescianini o Samardzic?
«È facile perché sono ragazzi di spessore umano incredibile. Capiscono che le scelte sono tecniche e momentanee. Sanno che se si impegnano, l'occasione arriva per tutti. Ho bisogno di tutti, non posso perdere nessuno».
Firmerebbe per un pareggio? E ha fatto tabelle per questi scontri diretti?
«Non faccio mai tabelle, non mi piacciono. Guardo solo a domani sera. Ce la dobbiamo giocare per ottenere il massimo, senza calcoli. Quello che ci diciamo oggi non vale domani. L'Atalanta ha l'ambizione di giocarsela con tutti. Sui punti fatti finora siamo felici: nel calcio ottieni ciò che meriti, ed evidentemente abbiamo meritato questo bottino».
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La 𝗰𝗼𝗻𝗳𝗲𝗿𝗲𝗻𝘇𝗮 𝘀𝘁𝗮𝗺𝗽𝗮 di mister #Palladino alla vigilia di #AtalantaInter è iniziata
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Coach Palladino’s 𝗽𝗿𝗲𝘀𝘀 𝗰𝗼𝗻𝗳𝗲𝗿𝗲𝗻𝗰𝗲 ahead of our home game with Inter is underway#GoAtalantaGo ️ #SerieAEnilive pic.twitter.com/2lN5wBT3xU
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Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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