"Puro George Best". Pochi istanti dopo il gol realizzato contro l'Atalanta la seconda voce più famosa d'Italia - l'onnipresente Lele Adani - ha commentato così l'azione di Khvicha Kvaratskhelia. Uno sguardo al pallone e poi sempre la testa alta: la prima sterzata, la controsterzata e poi ancora un tocco disorientante prima di calciare, il vero marchio di fabbrica del repertorio.
Calcia col destro, tira col sinistro, segna anche di testa. Esegue il tutto a velocità supersonica. Kvara con quel gol ha mandato in estasi chiunque, anche chi di gol belli e non banali ne ha realizzati. "Se riguardi l'azione pensi tra te e te: non può essere vero che fa un gol così", ha detto Marco van Basten. Ovvero colui che, nell'Europeo 1988, realizzò contro l'Unione Sovietica uno dei gol più belli della storia del calcio. Ma commenti, endorsement e confronti ormai si sprecano: c'è anche (soprattutto) quello con Maradona, quel Kvaradona che oggi è ancora mettere insieme sacro e profano. Ma è difficile oggi, per un tifoso del Napoli, non farsi prendere dall'entusiasmo. E' legittimo dopo 30 anni di dolori più che di gioie. E fa anche riflettere, perché i Santi non si scomodano per caso.
Primavera 2021: Paratici lo blocca per la Juventus. Ma poi Paratici va via
L'avventura in Italia di Khvicha Kvaratskhelia poteva iniziare anche prima. Se oggi sentite un procuratore o un direttore sportivo di Serie A, tutti vi diranno che già lo conoscevano. Che anche loro ci avevano fatto un pensierino o l'avevano proposto. Non è sempre facile stabilire la verità, tra chi lo dice a ragion di causa e chi se lo inventa solo per poi pavoneggiarsi. Fatto sta che non era proprio uno sconosciuto, Khvicha Kvaratskhelia, ma in pochi l'avevano davvero trattato. E tra questi c'era Fabio Paratici. Primavera 2021, il dirigente emiliano era ancora alla Juventus e s'era calcisticamente innamorato del talento di Tbilisi. Non lo riteneva ancora da Juventus, ma era pronto a pagare la clausola da 20 milioni di euro in essere quell'estate per poi cederlo in prestito a un club appartenente alla middle class della Serie A. Succede poi che Paratici va via, che la Juve adotta altre strategie e che quella proposta viene accantonata in un cassetto.
K Rubin Kazan chiede 30 milioni. Poi scoppia il conflitto Russia-Ucraina che cambia le carte tavola in tavola
L'estate 2021 scivola via, Cristiano Giuntoli ha già Kvaratskhelia nel mirino ma in rosa c'è ancora Lorenzo Insigne. In autunno, però, il Capitano decide di accettare l'offerta del Toronto FC e in quella zona di campo si apre una candidatura che - per Giuntoli come per Spalletti - può tranquillamente esser occupata anche da un calciatore con lo scarno curriculum di Kvaratskhelia. Questione di fiuto più che di status. "Giuntoli a ottobre 2021 mi disse che aveva visto un georgiano fenomenale, ma costava troppo e stavano facendo scendere il prezzo per poterlo prendere. Anche lo staff e il mister l'avevano già visto", ha svelato lo scorso fine settimana Faouzi Ghoulam, terzino che ai tempi vestiva ancora la maglia del Napoli.
C'era però ancora il problema del prezzo: scaduta la clausola, il Rubin Kazan alza la valutazione del georgiano fino a 30 milioni di euro. Valutazione inaccessibile, la situazione si cristallizzerà fino al 24 febbraio 2022. E' quello il giorno della drammatica invasione del territorio ucraino da parte dei militari russi e l'inizio di una guerra che, ancora oggi, tiene banco con le sue atrocità. L'Occidente del Mondo prende subito posizione e lo stesso fa la FIFA che dà la possibilità a chi gioca in Russia di potersi svincolare. Kvaratskhelia non ci penserà due volte: lui che spera in un ingresso della sua Georgia nell'Unione Europea, lui che anche negli ultimi giorni non ha esitato nel prendere posizione, dopo minacce dirette e indirette si svincola dal Rubin Kazan per firmare un biennale con la Dinamo Batumi. Sulle rive del Mar Nero lo scenario cambia: firmerà col club georgiano il 24 marzo, ma già una settimana prima il Napoli è a colloquio col suo entourage per discutere i nuovi termini del trasferimento in Italia: verrà definito già in quei giorni per poi essere ufficializzato, per 11.5 milioni di euro, il successivo 1° luglio.
Il confronto col primo anno di Kakà, che mise a sedere un certo Rui Costa
Al primo anno in Serie A Khvicha Kvaratskhelia si sta giocando con il suo compagno Victor Osimhen il titolo di MVP della stagione. La scorsa settimana è stato eletto dalla Lega Serie A miglior giocatore del mese di febbraio: è già la seconda volta che gli capita e del resto, visto il suo rendimento, non potrebbe essere altrimenti. Undici gol e undici assist in Serie A, due gol e quattro assist in Champions League. Sono numeri incredibili sempre, a maggior ragione per un calciatore al suo primo anno in Serie A che pochi mesi fa giocava in Georgia. Bisogna tornare ai tempi di Ricardo Kakà per vedere un outsider imporsi in Serie A in maniera così repentina e così devastante. Quello era un Milan anche più forte, ma il brasiliano ebbe la capacità già al primo anno di mettere a sedere, spesso e volentieri, un certo Manuel Rui Costa. E di risultare uno degli uomini chiave per la conquista dello Scudetto 2003/04.
Riuscirà il Napoli a raggiungere con Kvaratskhelia gli stessi traguardi che raggiunse il Milan con Kakà? Il primo arrivoè in arrivo
Ricardo Kakà resterà al Milan per sei stagioni. Fu pescato nell'estate 2003 dal San Paolo, per 8.5 milioni di euro. E poi rivenduto nel 2009 per 67.2 milioni al Real Madrid dei galacticos. Poi al Milan ci tornerà, a Madrid non è mai riuscito a tenere il passo di Cristiano Ronaldo, ma quella del 2013 è già un'altra storia. E' la prima avventura di Kakà al Milan a ricordare l'impatto che oggi Kvaratskhelia sta avendo al Napoli, anche perché Kakà vinse subito lo Scudetto e Kvaratskhelia sta riuscendo nella stessa impresa.
La prima stagione in rossonero del brasiliano di San Paolo fu impressionante, ma non la più impressionante. E' la quarta, quella 2006-07, l'annata della storia con la S maiuscola. Dieci gol in Champions, la memorabile notte di Manchester e poi la Coppa alzata al cielo. Kakà fu eletto MVP di quella Champions League e dopo qualche mese si aggiudicò Pallone d'Oro. Quella stagione fu l'apice di un'avventura iniziata clamorosamente bene ma che, negli anni successivi, mostrò ulteriori passi verso la consacrazione nel firmamento dei campioni. E allora la domanda è lecita: riuscirà anche il Napoli a trattenere Kvaratskhelia così a lungo? Riuscirà il Napoli, magari tra un paio d'anni, a godere di un Kvaratskhelia vincitore del Pallone d'Oro? Le potenzialità per una storia del genere ci sono ma l'unica certezza, oggi, è che in estate non sarà lui il sacrificato. Anche a costo di rifiutare offerte a nove cifre.
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