Ormai bastano tre giorni per cambiare lo scenario. Forse in realtà quello che cambia è semplicemente la percezione. E quindi bisognerebbe - esattamente come ha fatto il campionato di serie A in questa settimana - tornare ad essere più equilibrati.
L’Inter delle 5 vittorie consecutive si ferma in casa contro il Sassuolo. Che tre giorni fa aveva vinto con la Juventus “solo” perché c’erano stati gli orrori difensivi bianconeri. E invece fa il bis, dimostrando carattere e qualità, magari anche un pizzico di buona sorte (anche Sommer è stato tutt’altro che impeccabile). Ma la schiacciasassi, pur partendo dall’1-0 si è fatta rimontare. Come è possibile? Forse perché schiacciasassi non era, forse perché non esistono invincibili in questo campionato, forse perché qualche avvisaglia c’era stata anche prima. Sin dalla trasferta europa di Champions League contro il Real Saragozza (che aveva messo alle corde i nerazzurri), o anche ad Empoli dove c’era voluta una prodezza di Dimarco per fare l’eni plein. Stavolta nonostante il vantaggio, nonostante la miglior difesa del campionato (che rimane) niente punti.
Ma questo non significa che l’Inter non sia ancora forte e che Inzaghi (già beccato per i cambi, stavolta) non sia un allenatore di primo livello. Significa che l’Inter ha i suoi alti e bassi, che può sbagliare l’approccio di un secondo tempo (forse magari pensando di aver fatto il grosso) e che non ha avuto la capacità e la lucidità di reagire nel miglior modo possibile.
E così si trovano tutti lì. A cominciare dal Milan che dopo il derby era stato tritato (forse ancor più che dall’Inter in campo). Il pareggio in Champions era un segnale di debolezza, per non parlare della vittoria striminzita contro il Verona in casa. E invece arrivano tre punti in trasferta, rimontando, con buone trame di gioco e il Milan torna in testa alla classifica. Sembra incredibile se andiamo a rileggere (o a riascoltare) quanto detto fino a l’altro ieri. Quando il Pioliout era tornato di moda, quando sembrava che ormai la stagione fosse compromessa.
Così come a Napoli: dove il termine di paragone è improbo. Certo qui la vicenda Osimhen ha tenuto banco e c’è obiettivamente poco da equilibrare. Sarebbe potuta essere una situazione potenzialmente dannosissima per la squadra. In mezzo alle polemiche su Garcia, ci mancava solo la granda Osimhen, tanto più che poco prima si era disinnescata la questione sostituzione… e invece il Napoli risponde alla grande e risponde alla grande proprio con Osimhen (che ha lasciato anche il rigore, altrimenti magari avrebbe fatto doppietta), con Kvara che finora era stato il grande assente e con una prova perentoria. Spazzando via (almeno per qualche giorno) i dubbi. E pensare che se (lo so con i se non si fanno mai i ragionamenti) Osimehn avesse segnato il rigore di Bologna sarebbe a due punti dall’Inter… Esattamente come la Juve: anche lei messa in croce per la sconfitta contro il Sassuolo e ora, con il cortomuso di Allegri, sempre lassù si trova. Lo stesso Allegri ha sottolineato questo: siamo passati da essere l’anti Inter ad essere dei brocchi. In una settimana, per una sconfitta. E ora?
Ora bisognerà intanto capire che tutte queste squadre che abbiamo nominato (e ci mettiamo anche le romane) sono imperfette. E quindi è possibile che vadano incontro a delle serate storte. Che i difetti alle volte vengono nascosti o dai grandi giocatori o dal lavoro dell’allenatore, ma ci sono. E questa imperfezione porta a due conseguenze: la prima un potenziale equilibrio che dovrebbe farci divertire fino alla fine. La seconda è una polarizzazione delle opinioni: non si perderà occasione per dire “vedi avevo ragione io” da una settimana all’altra, alle volte anche ogni 3 giorni. E questo avrà anche delle conseguenze sui risultati: pressioni, nervosismi o al contrario esaltazioni e serenità.
Godiamoci invece il campionato, lasciando anche il tempo di sedimentare. E perché no di sbagliare. Tanto, come dicono anche i grandi, il campionato non lo vince chi non sbaglia mai, ma chi sbaglia meno…
Autore: Red. TuttoAtalanta.com
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