L’Inter è in salvo, è stato finalmente chiuso ieri l’accordo che porterà 275 milioni, soldi freschi, nelle casse della società. Questo denaro servirà a onorare tutti gli impegni all’orizzonte, dagli stipendi e premi da pagare a giocatori e dirigenti, per regolarizzare contratti e tranche di pagamenti ad altre società dopo operazioni di mercato, per il dovuto a Uefa e Lega per l’iscrizione al campionato. Insomma tutto quello che serve alla gestione corrente in difficoltà da diversi mesi a cominciare dagli stipendi arretrati che ammontano a circa trenta milioni.
L’operazione è economicamente dolorosa e onerosa, ma non trovando un accordo per la cessione alla cifra richiesta di un miliardo di euro, questa del prestito era l’unica strada per evitare il crac. Non mi addentro in vicende economiche complesse, cerco di sintetizzare.
Il presidente dell’Inter Zhang ha fatto un accordo con il fondo americano Oaktree Capital che anticipa 275 milioni a fronte del 31 per cento del fondo Lion Rock della galassia Suning. In sostanza si tratta di un prestito con un interesse molto alto (si parla del 12 per cento) che Zhang si è impegnato a restituire nel giro di tre anni. Se non dovesse rispettare gli impegni, il fondo Oaktree diventerebbe proprietario dell’Inter pagandola circa 500 milioni, ovvero il prestito più la copertura dei debiti in essere, invece del miliardo richiesto finora. Una roba molto simile a quella capitata a Yonghong Li che per completare il pagamento delle rate per l’acquisto del Milan a suo tempo chiese un prestito al fondo Elliott. Yonghong non riuscì a restituire circa 300 milioni nei tempi fissati e il fondo è diventato proprietario della società rossonera con una cifra di molto inferiore (poco più della metà) del prezzo di mercato.
La differenza è tutta nella solidità di Zhang e dell’impero Suning rispetto a Yonghong. Ora Suning spera di ritrovare la brillantezza economica ridimensionata dalla pandemia e soprattutto spera che il governo cinese allenti il suo divieto all’esportazione di capitali e agli impegni nel calcio. Per certe cose tre anni sono un’eternità, può succedere di tutto. Resta comunque una spada di Damocle sulla testa di Zhang che dovrà restituire il prestito, pagare gli interessi e comunque non continuare a produrre perdite perché altrimenti i soldi avuti da Oaktree rischiano di essere solo una toppa senza risolvere il problema.
Ma adesso il tema è un altro: basterà il prestito per convincere Conte e Marotta a restare?
Intanto s’è capito come mai l’incontro fra l’allenatore e il presidente Zhang non c’è ancora stato, molto semplicemente l’imprenditore cinese aspettava di avere cose certe da prospettare all’allenatore e al manager. Ora si può parlare, forse già oggi.
Il prestito che garantisce la liquidità necessaria alla cassa, dovrebbe far dire a Zhang che non ci saranno cessioni eccellenti, che la famiglia è ancora impegnata nell’Inter e non molla, che non c’è intenzione di uscire dal calcio, ma c’è la volontà proseguire con una squadra competitiva anche se i costi dovranno essere ridimensionati di almeno il venti per cento e i bilanci dovranno restare in parità fra entrate e uscite.
Basterà questo per convincere Conte e Marotta?
Sapremo, ma vien voglia di dire di sì. Conte resta volentieri all’Inter e l’ha sempre detto. Per lui è importante continuare con questo gruppo, difendere lo scudetto e provare a crescere ancora anche in campo internazionale. Mi pare che queste rassicurazioni oggi, pur nelle difficoltà, siano possibili ed è assai probabile che Conte e l’Inter, ma anche Marotta, proseguiranno insieme. All’allenatore sarà sicuramente chiesto un ridimensionamento dell’ingaggio attuale attorno ai 12 milioni di euro netti, ma una soluzione si troverà anche perché la crisi c’è per tutti e strappare certi contratti è problematico ovunque anche per un top allenatore come Conte. Credo che tutto questo sia ben presente.
L’incontro fra Zhang e Conte dovrebbe esserci oggi, comunque prima possibile per iniziare il lavoro di programmazione per la prossima stagione.
Se Conte resterà potrà anche prendere il via quello abitualmente chiamato valzer delle panchine che quest’anno sarà particolarmente invasivo, soprattutto per le grandi.
Diversi top-allenatore sono in attesa di sapere cosa succederà all’Inter, tengono in stand-by proposte meno allettanti per capire. Se Conte non dovesse rimanere, per fare un esempio, Allegri sa già di essere fra i papabili anche se lui aspetta sempre l’incontro decisivo con il Real.
Se invece Conte resta, una grande possibilità si chiude. E le altre?
La vittoria della coppa Italia non salva il posto a Pirlo. E’ più di una impressione. Due coppe minori sono comunque qualcosa, ma la stagione resta deludente in rapporto ai risultati in campionato e in Champions e al valore della squadra. Poi le partite secche sono più facili da preparare e gestire, i giocatori bianconeri sono più abituati a certi confronti, ma nel lungo la Juventus è cresciuta poco e l’inesperienza di Pirlo ha pesato. Domenica sapremo se i bianconeri riusciranno almeno a salvare la Champions e i cinquanta milioni che vale la qualificazione e in base al dentro o fuori, John Elkann prenderà la decisione del caso che probabilmente sarà comunicata nel corso dell’assemblea di Exxor fissata per il 27 maggio.
Si continua a sussurrare che se non dovesse essere Champions l’idea sarebbe quella di cambiare tutto o quasi, a cominciare dal presidente Agnelli e dai dirigenti, per ripartire su basi nuove. Con Zidane in panchina? Quello è l’obiettivo, ma anche all’estero i giochi nei campionati non sono fatti. Abbiamo detto di Allegri che aspetta la fine della Liga, ha un impegno con Florentino Perez, ma non c’è l’accordo definito. E’ in stand by, lui come tanti. Inzaghi, ad esempio. Il rinnovo con la Lazio è laborioso, forse non è convinto lui, forse neanche Lotito. Senza Champions potrebbe cercarlo la Juve? E Lotito potrebbe andare su Gattuso che lunedì ha mollato la Fiorentina? Il pressing c’è, anche se la Viola sta facendo un disperato tentativo per ritrovare il feeling perduto durante e dopo la gara di domenica al Franchi. Di sicuro Rino andrà via da Napoli e De Laurentiis da settimane sta facendo un vero e proprio casting. Avrà fatto colloqui con una decina di allenatori. Anche Inzaghi, ma soprattutto Spalletti che ora, però, sembra congelato. E’ tornato l’amore per Allegri, ma non solo.
Qualcuno dice che potrebbe saltare anche Pioli se non dovesse arrivare in Champions. Sarebbe ingiusto, ma il calcio è questo. Offerta a Sarri? Per ora non c’è, l’ex juventino è vicino al Tottenham, ma anche l’Arsenal ha preso informazioni. Fino a ieri mattina, invece, nessun contatto Sarri-Fiorentina come ipotizzato da qualcuno. Commisso era convinto di poter dare la sua squadra a Gattuso, il colloquio diretto era andato bene, ora è in corso una riflessione che porta a Fonseca, Juric, ma anche Marcelino. Con De Zerbi allo Shakthar, il Sassuolo è combattuto fra Italiano e Giampaolo. Su Juric c’è anche il Toro, ma Preziosi lo rivorrebbe a Genova. La verità è che si aspetta l’effetto domino, dopo la prima mossa di lunedì prossimo, a ruota arriveranno le altre.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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