A poche ore dal fischio d'inizio al Deutsche Bank Park, le pagine della Gazzetta dello Sport ospitano un tuffo nel passato che intreccia storia, mercato e attualità. A parlare è Andreas Möller, leggenda del calcio tedesco che, tra il 1991 e il 1992, fu protagonista di una vera e propria telenovela di mercato che coinvolse Juventus, Eintracht Francoforte e, soprattutto, l'Atalanta. Il fantasista, oggi spettatore interessato della sfida di Champions, riavvolge il nastro di quel trasferimento mancato e offre una lettura tattica preziosa per la squadra di Palladino.

AMARCORD, QUEL TRASFERIMENTO BLOCCATO DALLA FIFA - La storia poteva cambiare il destino tecnico della Dea nei primi anni Novanta. «La Juve mi voleva, ma ero il quarto straniero e ne potevano giocare solo tre», racconta Möller. L'accordo per il prestito a Bergamo era a un passo: «Ero già stato in città e tutti mi avevano accolto benissimo». A far saltare il banco fu l'ambizione del giocatore («Volevo restare in bianconero per giocare in Europa, e alla fine vinsi la Coppa UEFA») e un intervento burocratico decisivo: «Intervenne la FIFA e stabilì che dovevo andare alla Juventus». Il destino, beffardo, volle che i suoi primi due gol in Serie A arrivassero proprio contro l'Atalanta. «Sono sicuro che avrei fatto una buona carriera anche in nerazzurro», ammette con un pizzico di nostalgia.

L'ANALISI TATTICA, DR. JEKYLL E MR. HYDE - Tornando al presente, Möller disegna l'identikit dell'Eintracht, descrivendo una squadra a due facce. «In casa sono fortissimi, corrono sempre e non concedono pause», avverte l'ex centrocampista. Il punto di forza è l'intensità: «Rovescia il campo velocemente con transizioni fulminee e un pressing asfissiante». Tuttavia, esiste un tallone d'Achille che l'Atalanta deve sfruttare: «Fuori casa è un'altra squadra, ma anche nel proprio stadio soffre chi tiene il possesso. Per la Dea sarà fondamentale non buttare via la palla e gestire i ritmi».

I PERICOLI, LA VOLPE BURKARDT E IL SACRIFICIO DI GÖTZE - Infine, i nomi da cerchiare in rosso. Se sulla fascia destra il giapponese Doan è indicato come la spina nel fianco più pungente, in mezzo al campo la sorpresa è Mario Götze, lodato per il suo spirito di sacrificio. Ma il vero pericolo pubblico numero uno è Jonathan Burkardt: «È una volpe d'attacco», spiega Möller. «Non lo vedi per tutta la partita e poi ti trafigge all'improvviso. I difensori nerazzurri dovranno tenere gli occhi aperti».

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Sezione: Champions League / Data: Mer 26 novembre 2025 alle 10:45
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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