Da Zingonia al Civitas Metropolitano, il viaggio è lungo ma il bagaglio tecnico è quello giusto. Matteo Ruggeri, figlio del vivaio atalantino ora protagonista nella Liga con la maglia dell'Atletico Madrid, sta trovando la sua dimensione alla corte di Diego Simeone. Un percorso di crescita che non dimentica le radici: nonostante la distanza, il filo diretto con Bergamo e con il suo mentore Gian Piero Gasperini è più solido che mai. Tra un adattamento tattico e sogni azzurri, l'esterno racconta la sua evoluzione e traccia un parallelo affascinante tra due dei tecnici più carismatici d'Europa.

SIMEONE COME GASP, MA CON PIÙ PALLA - L'impatto con il mondo del "Cholo" non è stato immediato, ma ora Ruggeri ha ingranato la marcia giusta, collezionando quattro titolarità consecutive. L'adattamento più duro? Quello difensivo. «Il mister cura molto la fase di non possesso, proprio come Gasp», spiega il difensore ai microfoni de La Gazzetta dello Sport. Le analogie tra i due sergenti di ferro sono evidenti: «Simeone motiva molto, ti sta addosso, spinge a non accontentarti mai. Mi ricorda Gasperini per l'intensità degli allenamenti: l'obiettivo è arrivare alla partita al top, di gambe e di testa». La differenza sostanziale sta nel metodo: «Qui si usa molto di più la palla, mentre in Italia il lavoro fisico era spesso a secco, più aerobico».

IL FILO DIRETTO COL MAESTRO - Nonostante l'addio, il legame con l'ex tecnico nerazzurro resta fortissimo. Ruggeri svela un retroscena che farà piacere ai tifosi della Dea: «Lo sento spesso, anche domenica scorsa. Abbiamo parlato e l'ho sentito contento. In questi mesi mi ha aiutato con tanti consigli preziosi». La gratitudine è palpabile per chi lo ha lanciato nel grande calcio: «Ho avuto la fortuna di averlo per cinque anni, devo solo ringraziarlo per quello che mi ha dato e per ciò che ha fatto per l'Atalanta e per la città di Bergamo».

DALL'INCUBO INTER ALLA SFIDA CHAMPIONS - Lo sguardo si sposta poi sul campo, tra ricordi e attualità. Ruggeri incrocerà l'Inter in Champions, squadra contro cui ha esordito in A ma contro la quale ha una striscia negativa aperta. «È una serie che va fermata. Loro sono forti, a punteggio pieno in Europa, ma noi abbiamo i mezzi per metterli in difficoltà, specialmente in casa dove abbiamo battuto anche il Real Madrid per 5-2». Sulla Serie A, il suo occhio è attento: vede bene il Milan («Difensivamente solido, candidato al titolo») e non dimentica la Roma, citando con un sorriso il suo vecchio maestro: «È una squadra tosta, sennò il Gasp si arrabbia...».

SOGNO AZZURRO, C'È UN OSSERVATORE IN TRIBUNA - L'obiettivo finale resta la Nazionale. Confermarsi a Madrid potrebbe essere il trampolino definitivo per l'Italia. «Spero sempre che arrivi la chiamata, lavoro per quello». E forse il sogno è più vicino di quanto pensi: in tribuna al Metropolitano, un osservatore azzurro è stato avvistato proprio per seguirlo da vicino. «Non lo sapevo», ammette Ruggeri, lasciando il campo con una notizia che vale più di un assist.

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Sezione: L'angolo degli ex / Data: Mer 26 novembre 2025 alle 10:16
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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