Nel gelo di Kharkiv, mercoledì sera, ci sono stati due momenti che possono cambiare la storia, non solo di una stagione. Il primo è successo intorno alla mezz'ora del primo tempo, quando Tete mette in mezzo un pallone al veleno, Junior Moraes salta sopra tutti i difensori atalantini e inzucca verso la porta. Gollini come Buffon nel 2006, con le dovute dimensioni chiaramente, e risultato salvato. Poi c'è il Var dello 0-1, quando Muriel tocca il pallone troppe volte ma lo spedisce all'ultimo millesimo utile per non mandare il Papu in fuorigioco, con Castagne che poi ha segnato da pochi passi. Gli episodi cambiano vite, stagioni e miracoli: il 3-3 al novantottesimo per un fallo su Pyatov ha spedito l'Atalanta agli ottavi, dopo tre partite da incubo e, probabilmente, dimostrato il peggio possibile nel girone.
L'Atalanta è solo una chimera? Impossibile dirlo, dopo tre anni. Però c'è un dato, ovvero che tutti i calciatori passati da Bergamo sotto l'egida di Gasperini, in altre piazze, non hanno fatto altrettanto bene. Qualcuno sta comunque facendo discrete annate, come Cristante o Kessie (al di là delle copiose critiche che arrivano per tutti i giocatori del Milan), altri sono stati sfortunati come Conti e Caldara. Il più vicino a sfondare è stato Spinazzola dopo Juventus-Atletico Madrid, ora però è alla Roma. Tutti fanno discretamente, nessuno però ha bissato le super prestazioni in nerazzurro. La domanda successiva, ammesso e non concesso che sia il tecnico la chiave, è evidente.
Perché Gasperini non è in una big? Anche qui bisogna capire se l'Atalanta può considerarsi tale. Sicuramente non lo è nelle intenzioni, perché prima c'è lo Scudetto del bilancio, il salary cap a 2 milioni di euro, un'idea di sostenibilità che deve perpetrarsi grazie alle plusvalenze. Invece lo è nelle prestazioni, dopo il terzo posto in classifica dell'anno scorso, la finale di Coppa Italia, gli ottavi di Champions. Ma c'era così tanta differenza fra Dinamo Zagabria e Juventus? Oppure Inter, Roma e Napoli? La risposta è evidentemente no, ma probabilmente serviva capire a che punto fosse la notte. Gasperini non è in una big perché ha carattere fumantino e la stagione all'Inter lo ha bruciato. Certo, per far crescere giocatori e farli diventare plusvalenze (il prossimo sarà Gosens in estate) è un vate. Non ha (ancora) vinto niente, ma nemmeno Sarri fino alla scorsa stagione. Perché il Napoli non è ripartito da lui? Oppure il Milan? Grandi domande da farsi, perché se arrivare al top è relativamente semplice, Gasp sta continuando a confermarsi, regalando una dimensione nuova all'Atalanta.
Quanti acquisti a gennaio? Il lato oscuro dell'allenatore, però, è quello di gettare i nuovi in campo con (moltissima) cautela. È successo con tutti, da Castagne a Gosens, da Freuler a Djimsiti, passando per Zapata (in ballottaggio continuo con Barrow nella scorsa annata) oppure Muriel. Lo sta facendo anche con Ruslan Malinovskyi, che sembra davvero un grandissimo giocatore, ma vede il campo molto meno di altri: oggi lo farà, vista l'assenza di Alejandro Gomez. Capita anche a Simon Kjaer e Guilherme Arana: se ne andranno tutti e due a gennaio, così come Ibanez e Barrow potrebbero andare a giocare di più, per esperienza e per il poco spazio avuto fin qui. Quindi è evidente che l'Atalanta, con i 20 milioni di euro dal passaggio del turno (all inclusive) può fare discretamente. Poi bisogna capire: Zapata tornerà oppure dovrà essere sostituito? Perché sono quasi due mesi per un infortunio che solitamente si risolve con 25-30 giorni. Insomma, la realtà è che ci sono almeno 3-4 giocatori in arrivo a Bergamo, magari alzando anche l'asticella con i prestiti. I nomi ci sono, da Caldara a Demiral, passando per Politano. Tutti "acquistabili" in prestito e che potrebbe far comodo.
Ultimo, ma non in ordine di importanza, l'affare Kulusevski. Il Manchester United vuole fare un pacchetto con Traoré, offrendo magari anche cifre davvero importanti. Intanto la valutazione è di 40 milioni per lo svedese, in gol anche oggi. Il Parma non vuole assolutamente cederlo: lo ha preso in prestito secco, puntandoci molto, forse anche con qualche recriminazione: "Ma come, nemmeno il riscatto e controriscatto?". L'Atalanta sapeva di avere un asset incredibile in casa, pur se fumantino proprio come Gasp: il rapporto fra i due non è stato idilliaco nella scorsa stagione, perché il fantasista del Parma avrebbe voluto più spazio, perché si considerava fuori categoria in Primavera. Aveva ragione. Ma anche l'Atalanta, che ora prenderà 40 milioni e potrà vincere un altro Scudetto del bilancio. Però per arrivare quarti servirà qualcosa di più, perché tra romane e Cagliari la lotta potrebbe essere serratissima (e affollata) fino alla fine.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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