È pur vero che quando giochi in coppa poi rischi di concedere qualcosa nell'impegno di campionato, ma l'Atalanta vista in campo oggi ha combinato poco e niente. I nerazzurri però si sono aggrappati a un pizzico di fortuna e a una zuccata di Ederson che ha reso meno amaro il pomeriggio di Udine, una giornata in cui tutto è andato storto, o quasi. Una mezza vittoria per i bergamaschi considerata la trama del match, forse un mezzo ko per i padroni di casa dopo quanto mostrato in campo: finisce 1-1, con la banda del Gasp a quota 20 punti e ancora in zona quarto posto. L'Udinese resta a +2 dalla zona rossa, ma la strada intrapresa sembra essere quella giusta.
Walace decide la prima frazione
Solidità e cinismo da una parte, lentezza e prevedibilità dall'altra. Il copione del primo tempo del Bluenergy Stadium è stato abbastanza prevedibile sin dai primi minuti, coi friulani a uomo e una Dea imballata dalle scorie accumulate in Europa League. Viste le sei assenze Gasperini ha rimescolato tutte le carte, con De Roon arretrato in difesa e il duo Pasalic-Miranchuk a supporto di Muriel. I bianconeri invece hanno schierato il solito 3-5-1-1 con Pereyra alle spalle di Success.
Nella prima frazione i bergamaschi hanno faticato parecchio, le marcature a uomo da parte degli uomini di Cioffi hanno neutralizzato qualsiasi iniziativa. Senza varchi l'Atalanta ha perso tutta la propria pericolosità, l'Udinese invece ha giocato sulle ripartenze sfruttando tutte le disattenzioni di una squadra troppo scarica, poco incisiva: al 30' Success ha calciato sul palo il rigore concesso da Aureliano per un'uscita di Carnesecchi su Ferreira, al tramonto del primo tempo Walace - grazie alla deviazione di Djimsiti -, ha trovato il gol del vantaggio con una conclusione dalla distanza.
Ederson salva la Dea
Nemmeno il doppio cambio Scamacca-Lookman per Muriel-Pasalic ha dato quella scossa che ci si aspettava. Dopo una manciata di minuti Zemura ha avuto l'occasione per siglare il 2-0, con Carnesecchi abile a deviare coi piedi la conclusione. Gli orobici per un'ora di gioco si sono visti pochissimo, soltanto l'anglo-nigeriano ha spaventato Silvestri con una deviazione da posizione impossibile uscita sul fondo. Il portiere nerazzurro si è superato anche sull'intervento a mano aperta su Pereyra, ma Scamacca e compagni hanno faticato a costruire anche l'azione più semplice. È servita una testata di Ederson per raddrizzare una partita che aveva preso una brutta piega: cross al bacio di Zappacosta, torsione perfetta dell'ex Salernitana. Un punto pesante come un macigno, il 500esimo della gestione Gasperini.
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