Il mondo del giornalismo sportivo piange Gianni Vasino, che si è spento all’età di 88 anni. Un volto inconfondibile, voce pacata e cronache sobrie, che hanno segnato la memoria di milioni di italiani incollati ogni domenica davanti alla tv per vedere i gol di Serie A nel leggendario appuntamento con 90° Minuto. Una carriera contraddistinta dall'eleganza, dal rispetto e dalla misura, oggi merce sempre più rara.

DALLE CRONACHE LOCALI ALLA RAI – Nato il 5 novembre 1936 a Serravalle di Berra, in provincia di Ferrara, Vasino si trasferì presto con la famiglia a Sanremo, città dove cominciò giovanissimo a muovere i primi passi nel giornalismo, collaborando con quotidiani locali. Fu Paolo Valenti, storico conduttore della trasmissione sportiva più amata dagli italiani, a volerlo fortemente nella squadra di inviati di 90° Minuto. Una scelta vincente: Vasino entrò così nella redazione genovese della Rai, passando agilmente dalla cronaca nera al calcio.

UN RECORD A 90° MINUTO – Vasino detiene tuttora un primato notevole: per ben 22 anni consecutivi è stato una delle firme principali della trasmissione domenicale che ha rivoluzionato il racconto del calcio in televisione, mostrando per la prima volta i gol e le emozioni della giornata sportiva poco dopo il fischio finale. Con il suo stile impeccabile, Vasino divenne rapidamente uno degli inviati più apprezzati, raccontando per anni le imprese di Inter, Milan e Atalanta con precisione e sobrietà esemplari.

IL "COLPO" TELEVISIVO – Dopo aver lasciato la Rai, la carriera di Vasino proseguì nell’emittenza privata. Memorabile fu il colpo realizzato per Telenord, quando riuscì a coinvolgere il cardinale Tarcisio Bertone, allora arcivescovo di Genova e futuro Segretario di Stato Vaticano, come commentatore speciale per due telecronache di Serie A: Sampdoria-Juventus, l'11 gennaio 2004, e Genoa-Torino. Un evento che fece epoca e contribuì a confermare la popolarità e il carisma di un giornalista capace di stupire senza mai perdere il suo stile.

IL RICORDO DI UN'EPOCA – Gianni Vasino è stato soprattutto il simbolo di un’epoca della televisione e dello sport che non c'è più. Con lui se ne va un modo di fare giornalismo pacato, garbato e corretto, che oggi più che mai sembra lontano anni luce dalle polemiche e dalle urla delle tv contemporanee.

Un cronista gentiluomo che lascia un grande vuoto, ma che continuerà a vivere nelle immagini, nelle parole e nei ricordi di chi lo ha seguito per decenni, rendendolo parte della propria vita sportiva e televisiva.

Sezione: Altre news / Data: Sab 10 maggio 2025 alle 06:45
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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