C’è qualcosa di magnetico nell’Atalanta di questa stagione, un’energia che trasforma ogni partita in un manifesto di calcio totale. Archiviata la sosta per le Nazionali, la Dea di Gian Piero Gasperini è tornata a ruggire, e i numeri parlano chiaro: una media gol da capogiro, un pressing asfissiante e una solidità che la piazza stabilmente tra le grandi d’Italia e d’Europa. Terza in Serie A, in piena corsa Champions League, l’Atalanta non è più una sorpresa, ma una realtà che incute timore. E il bello, per i tifosi nerazzurri, deve ancora venire.
Il calendario non dà tregua: Fiorentina, Bologna, Lazio, Milan. Un poker di sfide che metterebbe in ginocchio chiunque, ma non questa Atalanta. Contro la Fiorentina di Palladino, al Franchi, la Dea si presenta con qualche cerotto – Ederson e Retegui out – ma con la certezza di un gruppo che sa adattarsi e colpire. Pasalic, il jolly di Gasperini, è pronto a prendere le redini del centrocampo, mentre in avanti Lookman e De Ketelaere promettono scintille. È un test di maturità, il primo di una serie che dirà se Bergamo può davvero sognare lo scudetto o “accontentarsi” di un posto nell’élite europea.
La forza di questa squadra sta nel collettivo, ma anche nei numeri impressionanti: 34 gol in 11 partite tra tutte le competizioni prima della sosta, un ritmo che la rende la macchina offensiva più letale della Serie A insieme all’Inter. E se in Champions League l’eliminazione contro il Bruges brucia ancora, il quarto posto nella fase a gironi (prima dei playoff) racconta una squadra che sa tenere il passo delle big, nonostante qualche passo falso.
Gasperini, l’artefice di tutto, non si nasconde. Le sue parole in conferenza stampa – “giochiamo per vincere, sempre” – sono un monito ai rivali. La Dea non ha paura di osare, di pressare alto, di rischiare. È un calcio che affascina e spaventa, un mix di intensità e qualità che ha fatto scuola. Certo, le assenze pesano: Ederson è il motore del centrocampo, Retegui una freccia nell’arco offensivo. Ma Gasperini ha dimostrato di saper trasformare le difficoltà in opportunità, pescando dal mazzo soluzioni come Pasalic o i giovani Brescianini e Samardzic.
E poi c’è il sogno Champions. Il ranking UEFA non aiuta l’Italia – quattro posti sembrano il massimo – ma l’Atalanta è lì, terza, a giocarsi tutto con le unghie e con i denti. Inter e Napoli sono quasi irraggiungibili, ma dietro è bagarre: Lazio, Juventus, Milan, Bologna. La Dea ha il destino nelle sue mani, e un calendario che è un banco di prova perfetto per misurare le ambizioni. San Siro, contro il Milan, potrebbe essere il sigillo di una stagione epocale.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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