Giornata particolare quella di oggi per Gian Piero Gasperini. Il tecnico dell'Atalanta infatti è stato fatto "Sindaco per un giorno" da comune di Grugliasco, suo luogo di nascita. A margine dell'evento, lo stesso Gasperini ha così commentato: "Mi è capitato di tutto, ma non di vestire la fascia di sindaco. E’ un orgoglio, un regalo pazzesco per me che sono nato a Grugliasco. Questa città è sempre stata un punto di riferimento della mia vita, la mia famiglia ha sempre vissuto qui. Grugliasco è sempre stata casa, essere qui con questa fascia è una grande emozione, Anche la mia carriera è iniziata qui: smesso di giocare a calcio, ho iniziato ad allenare ragazzi di 11 anni. Ciò che è arrivato adesso è l’apice, ma è nato tutto così. Ero un ragazzo di Grugliasco e sono riuscito a fare una carriera crescendo, formandomi e conoscendo tante persone".
Il calcio del Gasperini di Grugliasco?
"Pensavo di diventare molto più forte come calciatore (ride, ndr). Il nostro Messi di oggi era Sivori, ci ispiravamo a lui. Si sognava di diventare campioni. Bisogna copiare dai campioni e sognare di poter arrivare ad essere un campione. A volte si pensava a dare due stecche ai più forti per eliminarli, per non farli giocare, così avevi più possibilità di vincere. Non era fair play, era un modo brutto. Oggi, con regole e partecipazione di tutti, a scuola si parla di più e si cerca di combattere questa cosa. Le simulazioni sono la parte più brutta: non è violenta, ma cerchi di barare per far espellere il tuo avversario e di ottenere un vantaggio, cerchi di ingannare arbitro e pubblico. Ma le future generazioni faranno sempre qualcosa di meglio, voi migliorerete queste situazioni ancora un po’ negative".
L'importanza dei tifosi?
"I tifosi sono fondamentali nello sport professionistico. Sono una componente importante. Giocare senza tifosi, ne abbiamo avuto l’esempio con la pandemia, era di una bruttezza incredibile. Lo sport è intrattenimento. Al cinema non puoi proiettare un film senza nessuno. Noi dobbiamo offrire uno spettacolo e la gente deve divertirsi, senza pubblico è tutto inutile. Il calcio è uno sport di grande popolarità, ci sono miliardi di persone che guardano i mondiali. Il calcio è lo sport per eccellenza".
Cosa pensa del doping nel calcio?
"Non ho mai percepito questa sensazione. E’ uno sport di squadra, se il doping si diffondesse lo si saprebbe dopo poco. Non è uno sport in cui devi fare tempi. Va sempre combattuto, le uniche forme di doping nel calcio sono stati per vizi personali o per non conoscenza: qualche ragazzo con i tatuaggi aveva utilizzato creme che sono risultate dopanti. Ma non era per voler alterare i risultati. Negli sport individuali il doping ha avuto un'evoluzione importante, nel calcio quasi mai".
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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