Mentre le Nazionali monopolizzano l’ultima finestra del 2025, l’Atalanta scopre un primato tutt’altro che comodo: nessuno in Serie A ha più giocatori convocati della Dea. Un dato che certifica la qualità della rosa, ma che arriva nel momento peggiore possibile: l’inizio dell’era Palladino, che finisce per cominciare… con una squadra dimezzata.
CONVOCAZIONI RECORD - L’Atalanta resta con mezza rosa: 14 via per la sosta
Sono quattordici i giocatori che hanno lasciato Zingonia per rispondere alle chiamate delle rispettive selezioni. Nessun club in Serie A ne ha di più: alle spalle dei nerazzurri ci sono Torino (12) e il trio Napoli-Inter-Milan (11). Un abisso rispetto, ad esempio, al Parma, che ha un solo nazionale.
Per la Dea è uno scenario paradossale: la qualità individuale è un orgoglio, ma la tempistica è una condanna.
EFFETTO PALLADINO - Un nuovo ciclo che parte a ranghi ridotti
Il nuovo tecnico, Raffaele Palladino, avrebbe avuto bisogno di settimane piene per impostare concetti, principi e metodologie. Invece, la sua prima vera settimana di lavoro si aprirà con meno della metà dei giocatori disponibili.
La maggior parte dei nazionali rientrerà solo mercoledì prossimo, appena tre giorni prima della delicatissima trasferta di Napoli al Maradona (sabato ore 20:45).
LA SERIE A A CONFRONTO - Atalanta in testa, tante big inseguono
Ecco il quadro completo delle convocazioni nella massima serie: Atalanta 14, Torino 12, Napoli/Inter/Milan 11, Juventus/Roma/Como/Udinese/Genoa 10, Bologna 9, Sassuolo/Cagliari/Lecce 7, Fiorentina/Lazio/Verona 6, Pisa 4, Cremonese 2, Parma 1.
Un distacco significativo che restituisce un’immagine chiara: la Dea è oggi una delle squadre più internazionali e ricercate dai ct.
CHI MANCA A ZINGONIA - L’elenco completo dei nazionali nerazzurri
Ecco i giocatori attualmente lontani dal Centro Bortolotti:
Carnesecchi (Italia), Bellanova (Italia), Scamacca (Italia), De Ketelaere (Belgio), Djimsiti (Albania), Hien (Svezia), Kolašinac (Bosnia), Kossounou (Costa d’Avorio), Krstović (Montenegro), Lookman (Nigeria), Pašalić (Croazia), Samardžić (Serbia), Sulemana (Ghana), Zalewski (Polonia). Una diaspora globale che attraversa Europa, Africa e persino rotte intercontinentali.
UNA RIPARTENZA COMPLESSA - Il tempo che non c’è
Per Palladino, subentrato in un momento estremamente delicato della stagione, questa sosta avrebbe potuto essere il terreno fertile per ricostruire entusiasmo e identità. Invece la realtà racconta altro: sedute ridotte, pochi titolari a disposizione, meccanismi da costruire con un gruppo provvisorio.
La strada della risalita comincia in salita, e l’Atalanta dovrà accelerare in fretta se vuole tenere aperto il discorso europeo.
La Dea festeggia un primato che nessun altro può vantare, ma che arriva nel momento meno opportuno. Un grande patrimonio tecnico, certo, ma anche il primo vero test per capire quanto Palladino saprà trasformare un ostacolo in un’opportunità. Perché il nuovo ciclo nerazzurro, ironia della sorte, comincia proprio senza la sua Atalanta.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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