Negli ultimi giorni il caso Ademola Lookman sta incendiando il mercato e animando il dibattito giuridico-sportivo, soprattutto dopo l’intervento che è stata paventata la possibilità per l’attaccante nigeriano dell’Atalanta di risolvere unilateralmente il proprio contratto sfruttando la recente giurisprudenza europea sul "caso Diarra". Per capire la reale fattibilità di questa ipotesi, TuttoAtalanta.com ha intervistato in esclusiva l’avvocato Cesare Di Cintio, esperto di diritto sportivo, consulente di molti atleti professionisti, che ha fatto chiarezza sulla questione.

Avvocato Di Cintio, è’ stato evocato il caso Diarra come possibile strada per Lookman. È realmente applicabile?
«La sentenza Diarra ha certamente introdotto una riflessione nuova sugli equilibri tra i giocatori e le società sportive, in particolar modo con riferimento alla libertà contrattuale e alla libera circolazione dei lavoratori in Europa. Tuttavia, nel caso specifico di Lookman, è necessario precisare che la situazione è regolamentata chiaramente dall’accordo collettivo tra Lega Serie A e AIC. Si tratta di un accordo chiaramente vincolante, che impone obblighi precisi sia al club sia al calciatore».

In che modo questa situazione sarebbe diversa dal precedente Diarra?
«Il precedente di Lassana Diarra ha portato alla luce delle condizioni contrattuali ritenute inique dalla Corte di Giustizia Europea, proprio perché impedivano al giocatore di lavorare liberamente. Nel caso di Lookman, secondo quanto riportato dalla stampa, siamo davanti a un’assenza ingiustificata da parte del giocatore. Il club ha l’obbligo di pagare lo stipendio, ma il calciatore ha il dovere corrispettivo di prestare la propria attività sportiva, allenamenti compresi. In assenza di una prestazione regolare, l’atleta è tecnicamente inadempiente».

Quindi, concretamente, quali rischi corre Lookman con questo comportamento?
«Sulla base di quanto previsto dall’articolo 5.5 dell’accordo collettivo LNPA-AIC, se il calciatore risulta irreperibile per tre convocazioni ad allenamenti o gare nell’arco di sette giorni, la società è autorizzata a sospendere la corresponsione dello stipendio. È evidente che l’inadempimento potrebbe avere conseguenze ulteriori per il giocatore e queste sono sempre contemplate sempre dall’accordo collettivo ».

Quindi il "caso Diarra" non può essere usato come escamotage da Lookman?
«Ritengo complica che Lookman possa invocare una situazione simile a quella di Diarra. Qui manca proprio il presupposto di fondo: le condizioni contrattuali di Diarra erano state ritenute illegittime perché impedivano di svolgere liberamente l’attività professionale. Nel caso di Lookman, al contrario, è lui stesso a non rispettare gli obblighi contrattuali chiaramente previsti. Pertanto, sostenere una tesi simile sarebbe complicato per l’atleta».

In definitiva, quindi, come dovrebbe muoversi l’Atalanta?
«L’Atalanta in questo momento è pienamente legittimata a tutelare i propri interessi, richiedendo il rispetto integrale degli accordi. Eventuali responsabilità di soggetti terzi che abbiano svolto azioni di disturbo sul calciatore potranno essere oggetto di separati approfondimenti giuridici, ma questo non giustifica certamente l’attuale condotta di Lookman».

La conclusione dell’avvocato Di Cintio non lascia spazio a interpretazioni alternative: «Il calciatore che non adempie ai propri obblighi contrattuali è sempre in una posizione di difetto. Invocare sentenze come quella di Diarra in modo improprio può rivelarsi controproducente per lo stesso atleta.».

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Sezione: Primo Piano / Data: Gio 07 agosto 2025 alle 12:00
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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