Che l’Inter sia inguardabile siamo tutti d’accordo. Se perdi la metà delle gare non ci sono scuse o appigli. Tutti hanno sbagliato e, come nel caso della Juventus, quando la proprietà fa caos non possiamo pretendere che nei piani sotto le cose funzionino. Zhang colpevole quanto Agnelli. Con la differenza che ad Agnelli possiamo rimproverargli gli ultimi anni, a Zhang quasi tutta l’era nerazzurra. Marotta ha le sue responsabilità, come Ausilio. Il mercato non è stato brillante e i casi irrisolti sono troppi. Inzaghi ha colpe oggettive. Qualcuno lo paragona a Conte ma sappiamo bene che il paragone non si può fare. Sarebbe ingiusto. Le professionalità non si giudicano dal guadagno mensile ma se uno vale il doppio dell’altro un motivo ci sarà. Le colpe di Inzaghi ci sono, sia chiaro. La squadra non gioca e non concretizza e la colpa è sempre dell’allenatore ma se l’Inter è un caos, dentro e fuori il campo, la colpa non è dell’allenatore. Gli presenteranno il conto? Probabile ma ingiusto. Puoi anche esonerare Inzaghi ma la colpa della proprietà resta e il caos societario anche. L’unica cosa buona fatta in estate, almeno sulla carta, è il ritorno di Lukaku ma praticamente il belga non l’hai mai avuto. Stesso discorso vale per Allegri alla Juve con diversi top player. Correa, forse, è la più grande colpa di Simone Inzaghi ma questo passava il convento.
Intanto in Premier, a De Zerbi, ci sono voluti 20 minuti per far gelare Anfield e 90 per presentarsi agli inglesi. Potrà ancora non parlare bene la lingua ma state certi che lo hanno capito tutti come parla in campo. De Zerbi e Conte in Premier, Gattuso nella Lega e noi in Italia a bastonare Inzaghi e Allegri. Forse ci dovremmo fare qualche domanda sulla gestione delle società che perdono soldi e non producono reddito. De Zerbi è diverso da tutti gli altri e lo scopriranno anche gli inglesi; molto presto. Traducete per favore. De Zerbi non accetta un club tanto per un contratto di due o tre anni. De Zerbi ha detto sì al Brighton perché gli piaceva la squadra dopo averla studiata giorno e notte. De Zerbi è l’unico che ha lasciato un milione di euro a Zamparini, quando il suo conto corrente non era certamente pieno di zeri. De Zerbi ha lasciato 2 milioni e mezzo agli ucraini dopo non averli abbandonati sotto i bombardamenti di Putin e non accettò la Roma perché il suo percorso a Sassuolo non era finito. Per informazioni chiamate Gianluca Petrachi. La vera forza di De Zerbi english è che il calcio lo conosce e lo fa capire ai suoi calciatori. Innovatore in campo e negli spogliatoi. I giocatori lo amano perché in settimana stanno bene e la grande differenza, rispetto ai suoi colleghi, è che lui non cambia. Allena il Foggia o non allena, allena il Sassuolo o fa la Champions vola sempre basso. Esempio: ci sono allenatori di B e C che quando non allenano e sono comodi sul divano di casa cercano sempre visibilità e pregano in cinese un aiuto. Poi allenano un club di bassa serie B o C e fanno i fenomeni. De Zerbi ha una sola faccia sia quando sta a casa con la famiglia senza campo, sia quando va a dare lezione a Klopp ad Anfield. A proposito. Belli i complimenti di Klopp a De Zerbi e bella la conferenza dove diceva che a meritare sarebbero stati gli avversari. In Italia piangono e non riconoscono mai la superiorità.
In chiusura una pagina nera, quella della Sampdoria completamente allo sbando. Senza proprietà, senza organizzazione e senza allenatore. Giampaolo è finito da anni e solo Osti poteva non accorgersene quando ha fatto una battaglia per riportare Giampaolo a Genova e scaricare D’Aversa. Dal Milan in poi, Giampaolo ha finito di allenare. Forse non ha mai iniziato seriamente. Era un modello per Coverciano. Questo vi fa capire quanto sia inutile la “scuola” Coverciano. Dove non si riconoscono le professionalità ma si esaltano le incapacità. Senza proprietà la Samp va sparata in B. Gli esoneri di Giampaolo e Osti sono addirittura tardivi. Si lamentavano di Ferrero ma, con la sua follia, teneva la squadra dignitosamente in serie A. Un mese e sentirete di nuovo parlare di lui. O torna per restare o torna per vendere. Ma torna. Ed è un bene. Quello che ha pagato è eccessivo. E’ come dare l’ergastolo ad uno che passa con il rosso. Ferrero, come Lotito, ha lo stesso nemico da battere. Lo stesso che si è fiondato sul club quando Ferrero era ar gabbio. Un mese, non di più, e riparte la rumba. Serve qualcuno con l’elmetto per restare in A e non la bacchetta del professorino dietro la cattedra. Esoneri giusti. Ora la svolta. Sarà un lunedì caldissimo.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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