Quando nel 2018 la Juventus lanciò la sua seconda squadra, l’obiettivo era chiaro: creare un ponte solido tra il vivaio e la prima squadra, favorendo la crescita di almeno 4-5 giovani all’interno delle rotazioni di titolari e riserve. Un modello ispirato a club come Barcellona, Liverpool, Arsenal e Manchester City, capaci di integrare stabilmente i loro talenti nel massimo palcoscenico.

DALLA PALESTRA AL BANCOMAT – In sette anni, la realtà è stata ben diversa: dei 37 calciatori transitati dalla Next Gen e arrivati a esordire tra i “grandi”, oggi solo Kenan Yildiz e Nicolò Savona fanno parte della rosa bianconera. Gli altri sono stati ceduti, spesso per esigenze di bilancio. Il dato economico è eloquente: 244 milioni incassati, di cui 113 solo negli ultimi 12 mesi. In cima alla lista delle vendite più remunerative spiccano Soulé (25,6 milioni), Huijsen (15,2 più 4 di percentuale) e Fagioli (16). Miretti potrebbe presto aggiornare il podio.

IL CASO HUIJSEN E LE SCELTE DOLOROSE – “Non sarei mai voluto andare via, ma la dirigenza e Thiago Motta mi hanno detto che avevano bisogno di fare cassa”, ha raccontato Huijsen alla Gazzetta dopo il passaggio al Real Madrid, che lo ha poi rivenduto a peso d’oro. Con la Juve, appena 12 minuti giocati. E come lui, altri talenti – da Barrenechea a Mbangula – sono stati sacrificati per generare risorse, senza mai essere realmente valorizzati in campo.

IL PRESENTE E LA PROMESSA COMOLLI – L’arrivo di Damien Comolli come nuovo dg ha alimentato la speranza di una svolta. L’ex Tolosa ha dichiarato alla BBC di voler accelerare l’inserimento dei giovani in prima squadra, allenandoli insieme ai professionisti e puntando a far crescere internamente il talento. Un approccio che, se replicato a Torino, potrebbe cambiare la rotta, ma richiederà tempo e continuità.

TRA CONTO ECONOMICO E IDENTITÀ TECNICA – Il dilemma resta aperto: usare la Next Gen per fare cassa o per costruire l’ossatura della Juve del futuro. Perché se il modello attuale garantisce milioni utili al bilancio, priva però la squadra della possibilità di formare internamente le proprie alternative, obbligando il club ad acquistare giocatori di rotazione che spesso non incidono.

LA SFIDA DEI PROSSIMI ANNI – I tifosi bianconeri sognano un’inversione di tendenza: meno plusvalenze e più protagonisti cresciuti in casa. Se Yildiz è oggi il simbolo di ciò che la Next Gen può offrire, il vero banco di prova sarà capire se in futuro, al posto di un acquisto di ripiego, in rosa ci sarà un altro prodotto del vivaio pronto a fare la differenza.

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Sezione: Serie C / Data: Dom 10 agosto 2025 alle 11:00
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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