Buffon: "Tornare al Parma è stata la scelta più bella che potessi fare, sono orgoglioso"

L'ex portiere di Parma e Juventus Gianluigi Buffon si è raccontato in una lunghissima intervista al BSMT, condotto da Gianluca Gazzoli. Tra i tanti aneddoti ed episodi, alcuni sono legati anche al suo passato in maglia crociata. A partire dalla celebre maglia di Superman: "Era l'8 marzo e si giocava Parma-Inter, contro Ronaldo il fenomeno. Una tifosa in settimana mi regalò una maglia di Superman e le dissi che la avrei indossata alla partita perché c'era bisogno di un super portiere. Arriva domenica, inizialmente passiamo in vantaggio per 1-0, poi ad un quarto d'ora dalla fine c'è il rigore per l'Inter e lo batte Ronaldo. Riesco a pararlo, il Tardini che era gremito esplode e mentre la palla resta in campo io preso dall'esaltazione vado sui tabelloni pubblicitari e vado ad esultare con i tifosi, mentre il gioco ancora scorreva. A fine gara regalai la maglia ai tifosi e quindi rimasi con indosso la maglia di Superman".

Sul rapporto con Parma e sulla scelta di tornare: "Parma è una chicca, conosci tutti, parli con tutti, c'è una rapporto molto umano. Tornare è stata la scelta più bella che potessi fare ed è quella della quale sono più orgoglioso. A 43 anni potevo rimanere alla Juventus, fare un altro contratto, ma l'indole alla fine esce fuori. Ho fatto due anni da secondo, poi volevo concludere la carriera a mio modo, giocando da protagonista, sapevo di poterlo essere. Quell'estate avevo avuto un pò di proposte carine, anche per fare la Champions. Poi arrivò la chiamata del Parma ed inizialmente non ero convinto, ma ripensandoci mi son detto questa è la cosa più bella che posso fare. Avrei potuto andare a fare il secondo al Barcellona o in squadre medie della Champions, ma tornare a Parma mi ha dato tanta soddisfazione e gioia. Riabbracciare la gente di Parma, rimettere quella maglia, è stato un qualcosa di grandioso, anche se non è andata come volevo mi son regalato due anni splendidi e ho ricucito un rapporto con la gente di Parma. Smettere per me era smettere a Parma, avevo offerte dagli arabi ma era giusto rimanere coerente".