Era una partita potenzialmente a rischio. E’ diventata una vittoria con rammarico. Con rammarico perché sarebbe potuta essere anche più rotonda. Ma i nerazzurri possono certamente essere contenti già così, con un risultato che indirizza certamente la qualificazione ai quarti di finale.
L’Inter si presentava all’appuntamento non certamente nel miglior momento: piena di cerotti, con una formazione completamente inedita, aveva la necessità di guardare comunque avanti.
La prestazione è stata da grande squadra, da squadra consapevole dei propri limiti. Inzaghi ha chiesto ai suoi uomini, anche quelli chiave, di stringere i denti. E non solo il sacrificio è stato fatto, ma ha dato i frutti.
Pensate a Thuram: appena rientrato dall’infortunio (e non ancora al top) un solo gol in questo 2025, ha avuto il grande merito (e qualità) di sbloccare la partita. Dopo un inizio di sofferenza. L’Inter ha retto, dimostrando ancora una volta una solidità difensiva incredibile (in Europa ha preso soltanto un gol in nove partite e peraltro nei minuti di recupero, nell’unica sconfitta nerazzurra) e poi ha saputo colpire nel momento opportuno. Da lì in poi l’Inter ha saputo azzannare il Feyenoord, sempre con grande tranquillità, cercando il momento migliore per colpire l’avversario. Ecco che così arriva in apertura di ripresa il gol di Lautaro Martinez (appena dopo la buona occasione capitata su Zielinski) e poi la grande chanches sprecata da Zielinski, con il calcio di rigore non trasformato che avrebbe potuto trasformare il ritorno davvero in una formalità. E c’è anche da sottolineare come l’Inter sia riuscita a non far rientrare il Feyenoord mai in partita, neanche quando i tifosi olandesi si sono galvanizzati sul rigore parato. Nel secondo tempo Martinez praticamente non si è mai dovuto impegnare troppo: è bastata l’ordinaria amministrazione. Ci hanno pensato i suoi compagni di squadra a limitare il Feyenoord: o in marcatura o nascondendogli il pallone.
Il risultato di stasera è fondamentale per l’Inter per diversi motivi. Intanto perché l’ipoteca per andare ai quarti di finale è stata posta.
Un due a zero fuori casa è certamente un risultato che ti permette di essere relativamente tranquillo. E poi - proprio per questo - in un calendario fittissimo e pieno di impegni, sapere di avere un 2-0 da gestire con intelligenza, ti permette di essere anche più tranquillo proprio nella sequenza di impegni. Non è un particolare da sottovalutare, visto che i nerazzurri sono in ballo sulle tre competizioni. E che in campionato la lotta è punto a punto e all’orizzonte c’è una sfida di altissima classifica contro l’Atalanta (appena dopo il Monza) oltre naturalmente ai derby di coppa Italia contro il Milan.
L’Inter non è guarita, non è ancora dominante come lo era stata per un tratto in questa stagione e come certamente lo è stata nella scorsa. Sa di dover recuperare la miglior condizione di alcuni giocatori chiave (e di alcuni abbiamo parlato), di dover recuperare in assoluto altri perni della squadra (pensate soltanto agli esterni, Dimarco in testa). Ma le vittorie aiutano. E questa vittoria arrivata con una grande maturità è significativa. L’Inter dimostra ancora una volta che sa soffrire, che sa fare quadrato, che la consapevolezza delle proprie difficoltà diventa un elemento su cui far leva. Si cerca un calcio più pratico, magari più verticale, probabilmente meno spettacolare. Ma comunque efficace. Soprattutto per continuare a inseguire i propri obiettivi e per guadagnare quel tempo necessario per poter tornare a pieni giri. Le grandi squadra fanno così: sono consapevoli. Si adattano non solo rispetto all’avversario, ma anche rispetto al proprio momento di forma.
Dicevamo del calendario fitto: inutile lamentarsi, visto che in questo periodo della stagione è meglio giocare determinate partite che guardarle alla tv. C’è un altro piccolo dettaglio che può far piacere ai nerazzurri (e che non c’entra nulla con il risultato di stasera): i chilometri che dovrà fare l’Inter sono relativi. Nel prossimo mese (al netto della pausa Nazionale) ci saranno 6 partite: ma le tre trasferte sono a Bergamo (poco prima della sosta), a Milano (per il derby di coppa Italia) e a Parma (prima dell’eventuale quarto di finale, ancora, ovviamente da conquistare). I rientri insomma saranno meno disagevoli di quello che sarebbe potuto essere e in un momento in cui il recupero è fondamentale (e quando i dettagli possono fare la differenza) potrebbe essere un fattore da sfruttare.
Autore: Red. TuttoAtalanta.com
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