Parlare di calcio dopo questa strage quotidiana di innocenti ci fa, quasi, sembrare ridicoli. Togliete anche il quasi siete autorizzati. Purtroppo, però, siamo costretti a rispettare il ruolo. Il giornalista politico fa politica, il giornalista di cronaca nera fa cronaca nera e il giornalista sportivo fa il giornalista sportivo. Anche se ognuno di noi ha un pensiero di ciò che sta accadendo. E di cosa accadrà. Perché la tragedia sanitaria, non sappiamo quando, lascerà la scena alla tragedia economica del nostro Paese che era già messo molto male ma ha la sfortuna di essersi ritrovato a gestire l'emergenza più grande dal dopo guerra in una situazione politica anomala e confusa, senza esperienza. Un appello ai balconi di Italia. State in casa per seguire le istruzioni che ci vengono date ma al balcone affacciatevi solo per respirare aria fresca, senza la pagliacciata delle canzonette e delle musichette. Rispettiamo le centinaia di morti al giorno che abbiamo in Italia e rispettiamo le famiglie che non possono piangere neanche al fianco della persona amata. Non è un circo, è una tragedia. Lasciamo alle presentatrici le idee delle canzoncine sui balconi. Dispiace anche per quel bellissimo ritratto "andrà tutto bene" che in molti fanno girare sul web. Ormai è passato. Comunque finirà, speriamo presto, non sarà andata affatto bene. E' andata come peggio non poteva. Il mondo del calcio si sta muovendo con dignità e, quando qualcuno esce con la testa fuori dal guscio, viene preso a bastonate. La Lazio ha annullato l'allenamento per oggi (cosa c'era da allenarsi?), il Napoli resterà a casa e alcune dichiarazioni ad personam di Cellino non andrebbero neanche riportate e lette. Dare un megafono a Cellino, in questo momento, è pericolo. Vuole annullare tutto, arrivederci a settembre con le stesse squadre. Unico modo per salvare la sua serie A. Andiamo per gradi. Lunedì scorso, in diretta su Sportitalia, abbiamo avuto ospite Gabriele Gravina, Presidente Figc, martedì Francesco Ghirelli, Presidente Lega Pro. Entrambi hanno dimostrato di avere le idee chiare. Su tutto. Ripresa campionati, allenamenti, tagli stipendi e così via. Questa settimana sarebbe interessante sentire anche il numero 1 della serie D, Cosimo Sibilia. Questa volta la politica del calcio può fare poco: programmare ma aspettare. Parlare con il Governo per ottenere maggiori vantaggi fiscali quando il campionato riprenderà. Maggio o settembre. La verità è che tutto il sistema, questa volta, dovrebbe sfruttare questa lunghissima pausa per ridarsi delle regole. Da cambiare, con lo Stato, la legge sui diritti tv ed abolire il decreto dignità. Consentire alla serie C il semiprofessionismo e tagliare, quanto prima, il numero dei club in A, in B e in C. Ne bastano 18 in A, 18 in B, 40 in C (2 gironi da 20) e 100 in D (5 gironi da 20).
Una proposta a Gabriele Gravina, in caso di non ripresa del campionato di serie A. Rispettando le norme Noif, anche se non tutte le squadre in serie A hanno disputato lo stesso numero di partite. La classifica, se non si può riprendere, va congelata al momento del blocco. In Champions l'Italia può portare le prime 4: Juventus, Lazio, Inter e Atalanta. In Europa League, Roma e Napoli. Più complicata la decisione per le retrocessioni. Su Brescia (16 punti) e Spal (18 punti) c'è poco da obiettare. Hanno fatto così male che la retrocessione è legittima e sacrosanta. Mancherebbe la terza. Stando alla classifica Lecce e Genoa hanno gli stessi punti: 25 in 26 giornate. Uno in meno della Sampdoria e due in meno del Torino ma sia Ferrero che Cairo hanno una partita in meno. A quel punto sarebbe giusto un play out tra Lecce e Genoa, con gara di andata e ritorno per decidere la terza retrocessa in B. La bufera riguarderebbe l'assegnazione dello scudetto 2019-2020. La FIGC deve evitare di non assegnarlo, com ha spiegato Gravina a Sportitalia farà di tutto che ciò accada. Bisogna avere qualcuno con il tricolore sul petto, il prossimo campionato. La polemica già impazza. Lo scudetto di cartone, prescritti o raccomandati. Al blocco della classifica il tricolore andrebbe alla Juventus (63 punti). Per il campionato che stava disputando lo meriterebbe la Lazio (62). L'Inter ha una partita in meno ma, dopo il ko di Torino, sembrava fuori dai giochi da vertice. E allora cosa fai? Se lo dai alla Juve viene giù il mondo. Se lo dai a Lotito viene giù il palazzo e la Juventus giustamente non lo potrebbe mai consentire. All'Inter non lo puoi dare ma ad una squadra FIGC e Lega lo dovrebbero assegnare.... Atalanta Campione d'Italia. Questo scudetto lo meritano loro. Lo merita la squadra che ha segnato 70 gol in 25 partite (20 più della Juve). Questo scudetto lo meritano loro per il percorso che stavano facendo in Champions League e non finire quella cavalcata sarebbe la più grande ingiustizia del fato e della storia. Lo meritano loro che ce l'hanno già sul petto dei ragazzi Primavera. Lo meritano loro... lo merita la città di Bergamo perché, per una volta, quello scudetto non avrebbe solo la valenza calcistica ma anche sociale, solidale e umana. Bergamo e l'Atalanta Campioni di Italia. Nessuno avrebbe nulla da dire. Perché con il calcio hanno dimostrato che non sarebbe un regalo. E a Bergamo quel tricolore sul petto serve come segno di speranza per ripartire. Per non aver pianto le proprie vittime, troppe, per aver visto cararmati sotto balconi tristi e chiusi e non urlanti con stupide canzonette. Bergamo, con la sua dignità, è l'unica a meritare questo triste, maledetto tricolore troppo rosso sangue e poco verde speranza e bianco innocenza.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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