Se esiste un luogo dove il pragmatismo deve regnare sovrano, quello è Francoforte sul Meno, cuore pulsante della finanza continentale. Questa sera, sotto i riflettori del Deutsche Bank Park, l'Atalanta non è chiamata a fare poesia, ma a effettuare un'operazione bancaria di precisione: prelevare tre punti e metterli in cassaforte. La classifica della League Phase parla chiaro: con i nerazzurri sedicesimi a quota 7 e i tedeschi ventitreesimi a 4, una vittoria significherebbe blindare, calcolatrice alla mano, l'ingresso tra le prime 24. Un "deposito" fondamentale per affrontare con serenità il rush finale contro Chelsea, Athletic Bilbao e Union Saint-Gilloise, andando poi a caccia degli interessi per migliorare il piazzamento.
BATTESIMO DI GHIACCIO – Per Raffaele Palladino sarà la prima volta con l'inno della Champions nelle orecchie, e lo scenario non concede spazio ai sentimentalismi. Il tecnico eredita una situazione schizofrenica: da un lato deve capitalizzare l'ottimo cammino europeo della gestione Juric – capace di domare Bruges e Marsiglia nonostante le tempeste domestiche – dall'altro deve urgentemente invertire l'inerzia negativa che in campionato ha portato all'esonero del croato. Non c'è tempo per l'emozione, anche perché il meteo promette battaglia vera: pioggia mista a neve e temperature vicine allo zero saranno la cornice di una sfida che, al di là del caloroso gemellaggio sugli spalti e dell'atmosfera natalizia dei mercatini, sarà rovente sul prato verde.
IL PARADOSSO TEDESCO – L'avversario è quanto di più lontano dallo stereotipo teutonico del "panzer" schiacciasassi. L'Eintracht di Dino Topmöller è una squadra enigmatica: le statistiche ci dicono che è terzultima per possesso palla e tra le peggiori per tiri concessi, eppure è sesta in Bundesliga e ha strappato un pareggio al Napoli al "Maradona". Amano lasciare l'iniziativa, per poi far male in ripartenza. Un invito a nozze, o una trappola mortale, per un'Atalanta che deve ritrovare la via della rete. Qui entra in gioco il curriculum di Palladino: la sua Fiorentina, finalista di Conference League, segnò ben 30 gol (seconda solo al Chelsea). Quella vocazione offensiva va risvegliata stasera, perché la batteria di attaccanti nerazzurri ha finora sparato a salve e contro chi si chiude serve cinismo, non estetica.
CABALA E DIGIUNI – La storia recente sorride alla Dea quando incrocia il tedesco sul suo cammino: il trionfo di Dublino contro il Leverkusen e il blitz di Stoccarda del novembre scorso sono dolci ricordi a cui aggrapparsi. Ma Francoforte, nota storicamente come la città delle "Diete" imperiali (le assemblee legislative del passato), evoca anche un pericolo da scongiurare: quello di restare a digiuno di gol e punti. Il 4-3 con cui l'Eintracht ha espugnato Colonia nell'ultimo turno di campionato (lì dove l'Atalanta in estate ne prese quattro in amichevole) è un avvertimento: questa squadra sa soffrire, ma sa anche colpire duro.
INVERSIONE DI ROTTA – La prima uscita di Napoli, preparata in tre giorni, ha offerto spunti su cui lavorare, ma la Champions è un altro sport e richiede un'intensità mentale superiore. Stasera non si gioca solo per la classifica, ma per dare un senso al nuovo corso tecnico. Tornare da Francoforte con il "bottino" non servirebbe solo a ipotecare il passaggio del turno, ma darebbe a Palladino quel credito di fiducia indispensabile per lavorare con calma. Nella città delle banche, la valuta più preziosa per l'Atalanta è la credibilità perduta nelle ultime settimane di Serie A: è ora di tornare all'incasso.
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Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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