Il calcio non è soltanto questione di palloni, gol e classifiche. Il calcio, quello vero, è soprattutto questione di uomini e sentimenti. Ecco perché l’addio di Rafael Toloi all’Atalanta, domani sera al Gewiss Stadium, non sarà un semplice commiato, ma qualcosa di ben più profondo e significativo. Sarà la celebrazione di un uomo che ha saputo incarnare come pochi lo spirito autentico della Dea.

Perché Toloi non è soltanto il capitano dell’Atalanta, è stato e sarà sempre una parte essenziale della storia di questa squadra. Dieci anni di permanenza non sono semplici numeri, ma racchiudono dentro di sé un’intera epoca, fatta di imprese sportive, traguardi impensabili, emozioni indimenticabili. Rafa è arrivato quando la Dea era ancora alla ricerca della propria dimensione, e ora che saluta lascia una squadra stabilmente ai vertici del calcio italiano ed europeo.

Ci sono giocatori che diventano bandiere, altri che diventano simboli, ma pochi riescono a diventare memoria condivisa. Toloi appartiene a quest’ultima categoria. Le sue 313 partite con la maglia nerazzurra rappresentano un legame intenso, unico, fatto di dedizione, professionalità e di quel carisma silenzioso che è diventato un marchio di fabbrica. Il difensore brasiliano, bergamasco di adozione, lascia con un curriculum impreziosito da una convocazione in nazionale italiana e da un Europeo conquistato nel 2021. Ma soprattutto lascia con l’affetto sincero e incondizionato dei tifosi.

Tuttavia, l’addio annunciato di domani è più un arrivederci che un punto definitivo. Il ritorno in Brasile per proseguire la carriera è una scelta personale, rispettabile e comprensibile, ma il cordone ombelicale che lega Toloi a Bergamo non si spezzerà mai. La proposta, prontamente offerta dalla famiglia Percassi, di un ruolo futuro nello staff tecnico o dirigenziale dell’Atalanta, non è una cortesia formale, bensì la dimostrazione tangibile della considerazione che la società ha per il suo capitano.

Domani sera, quando Toloi attraverserà quella passerella d'onore, ogni tifoso nerazzurro avrà davanti agli occhi non solo un calciatore che saluta, ma un uomo che ha fatto storia. Sarà un tributo a un atleta che ha saputo dare sempre qualcosa di più, senza mai chiedere nulla in cambio, se non il rispetto e l’affetto sincero di tutta una città.

Bergamo saluta Rafa, certo. Ma non gli dice addio: gli dice grazie, con la speranza – o forse la certezza – che un giorno tornerà a casa. Perché, in fondo, per chi ha amato così tanto una maglia, casa non può che essere qui.

Sezione: Copertina / Data: Sab 24 maggio 2025 alle 13:45
Autore: Lorenzo Casalino
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