Lo stadio ci ha ricevuto in una maniera incredibile, abbiamo avuto questo abbraccio carico di amore e di affetto. E vedendolo, vivendolo, penso di poter dire di aver fatto la scelta giusta, ovvero venire qui e contraccambiare questo amore in questo luogo. E poi è bello sapere che la maglia azzurra ha tutta questa emozione in giro per il mondo e determina tutto questo affetto nei nostri connazionali che sono da una vita all'estero". E' iniziata così la conferenza stampa di Luciano Spalletti, commissario tecnico della Nazionale, al termine di Venezuela-Italia 1-2.
Perché questi errori da giocatori che non dovrebbero farne?
"E' sempre lo stesso discorso da un mio punto di vista. Qualsiasi occasione a livello professionale ti passa davanti va presa come quella che ti può far svoltare la vita, che ti può determinare una svolta nella vita. Per cui ti ci prepari bene a quello che vai incontro, non la vivi in maniera semplice da un punto di vista di preparazione, la vivi con cura, ti vai a informare, a preparare. Noi a volte sembra che non si sia così determinati per sfruttare l'occasione importantissima che abbiamo davanti. Quando metti questa maglia qualsiasi situazione può essere quella fondamentale, la devi vivere come qualcosa di eccezionale. Mentre poi se ci arrivi col comfort di quello che sei, di quello che c'è stato dato senza metterci mano ogni tanto vai in difficoltà perché gli altri si sono preparati e sono pronti a dare battaglia. Il Venezuela c'è montato addosso ogni volta, è un po' la mentalità sudamericana: giocano ogni gara come fosse la finale di Coppa del Mondo. Noi sotto questo aspetto qui ancora arriviamo morbidi del comfort della vita che abbiamo e questo ci porta a commettere alcuni errori banali".
Retegui può essere il tuo 9?
Retegui è perfetto. Ha fatto un lavoro straordinario come finalizzazione, ma soprattutto ha fatto salire la squadra. Sui calci piazzati è venuto a levarci qualche bega perché poi è fisico, di testa è fortissimo. Dentro l'area di rigore sapevamo fosse così, ma poi gli va detto bravo anche per tutto il lavoro sporco che ha fatto con la squadra che da un punto di vista di impatto fisico era penalizzata rispetto a loro".
Il cambio di sistema l'hai fatto per l'avversario o lo avevi preparato?
"E' un cambio di sistema per conoscere anche cose differenti. Noi abbiamo diverse squadre che in Italia giocano così ed è un mettere più a loro agio alcuni calciatori. Probabilmente nel primo tempo non siamo stati bravi da un punto di vista qualitativo a prendere il vantaggio che avevamo da un punto di vista tattico. Avevamo giocatori meno tecnici: quando nella ripresa abbiamo messo più tecnica siamo riusciti a condurre la partita nella direzione che volevamo. La squadra ha tentato di mettere in pratica ciò che avevamo detto e dal punto di vista dello sviluppo ho visto cose interessanti. Poi sempre un po' di errori troppi banali, figli della leggerezza. Abbiamo perso troppi palloni in maniera leggera, ma questo ci serve per continuare a lavorare e migliorare".
Perché non ha utilizzato Dimarco e Darmian che giocano con questo sistema di gioco?
"Ma infatti li faremo giocare, nella prossima li vedrà giocare. Nella prossima ci saranno Darmian e Dimarco, ci sarà Bastoni. La prossima volta".
Tante parate di Donnarumma e diversi errori. E' preoccupato in vista dell'Europeo?
"E' un qualcosa su cui dobbiamo lavorare perché poi quando abbiamo così tanto possesso palla dobbiamo anche avere l'equilibrio per non permettere alla squadra avversaria di ripartire. E invece abbiamo subito qualche pallata su Rondon che poi è bravissimo a proteggerla e a fare un'azione, a rendere la palla giocabile e a creare la ripartenza. Serve per lavorare e io complessivamente sono contento di ciò che abbiamo fatto, poi ci sono particolari di cui dobbiamo parlare".
Lei ha parlato di videogiochi e di calciatori che vanno a dormire tardi perché magari giocano fino a tardi. Per lei che vuol dire essere un giocatore molto professionale?
"Vuol dire come quando prendi la sbandata a 20 anni per la prima fidanzata della tua vita. Sei innamorato perso e pronto a obbedire a tutto ciò che ti viene chiesto per l'amore che hai nei confronti di questa maglia".
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